Milano 8-10 Novembre 2010
Alla tre giorni dedicata alla Famiglia hanno partecipato alcuni degli associati FNC. Riportiamo di seguito il riassunto della giornata di apertura dei lavori ad opera di Luca Gregotti che ha arricchito il resoconto con i suoi preziosi spunti personali.
A Milano, tra l’otto ed il dieci novembre, si e’ svolta la Conferenza nazionale della famiglia.
La conferenza aveva un sottotitolo o, come gli inglesi chiamano,la “reason why” esplicitata nello slogan “Famiglia: storia e futuro”.
La famiglia, cellula fondamentale della nostra società, e’ un essenziale anello di congiungimento fra la nostra storia, le nostre radici ed il futuro.
E’ stato fatto notare, nel corso dei numerosi interventi che, pur essendo la famiglia un centro strategico di interesse nazionale, tanto da essere ricordata più volte dalla nostra Carta costituzionale, non risulta destinataria, in concreto, di un piano di politiche organiche atte a favorirla.
Sono presenti politiche a favore dell’individuo ma non a favore del nucleo familiare-
A fronte di cambiamenti continui della società stiamo assistendo ad una “morfogenesi della famiglia”.
A continui cambiamenti sul piano reale non corrispondono, purtroppo, politiche sociali idonee a governare questi cambiamenti.
Da qui la necessità di un piano nazionale organico di politiche a favore della famiglia.
Sua Eminenza Il Cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi, di ritorno da Barcellona dove e’ stata consacrata la cattedrale di Gaudi’ da parte di Sua Santità, Benedetto XVI, ha ricordato nel corso dei lavori della Conferenza, l’importanza della famiglia, soprattutto in questi momenti di crisi economica, richiamando il dramma “dei molti” che si trovano soli di fronte all’abbandono.
Il silenzio viene imposto alla famiglia ed è alla famiglia, centro dell’amore di Dio, che occorre dare voce.
Sua Eminenza ha ricordato le parole di Giovanni Paolo II che richiamò “alla responsabilita’ di tutti verso tutto”.
Ciò significa che non ci si può ritenere estranei di fronte ai numerosi problemi che affliggono i nuclei familiari.
Il popolo di Dio deve unirsi in questa sfida e sollecitare la centralità del nucleo familiare.
Anche per la Dottrina sociale della Chiesa, questo è, e deve rimanere, un tema centrale.
Valori come la fraternità, la comunione, l’amore, hanno, nella famiglia, un ruolo sorgivo.
Bisogna ricordare che i diritti dei deboli non sono deboli.
Questa e’ la sfida ultima della Conferenza di Milano.
Anche le autorità politiche come il Sindaco di Milano, Il Presidente della Regione e quello della Provincia, hanno evidenziato l’importanza della famiglia puntando l’attenzione sul suo ruolo di trasmissione, ai figli, di valori condivisi.
Questo ruolo e’ determinante in una società caratterizzata dalla dispersione,da input contraddittori dove il ruolo degli educatori e’ spesso accompagnato dalla solitudine, dall’indifferenza, dalla intolleranza.
Il presidente Formigoni ha ricordato come dal 2001 le Regioni abbiano un ruolo fondamentale nei confronti della famiglia, ricordando che per la Regione Lombardia, la famiglia non è una spesa ma un investimento.
Il presidente della Regione Lombardia ha posto l’accento sul fermento associativo in direzione dell’attuazione delle politiche familiari, citando gli oltre seimila progetti presentati dai cittadini e finanziati dalla Regione.
Ha ricordato le politiche a favore di chi ha disabili in famiglia, di chi accoglie gli affidi, del riconoscimento di una somma di denaro a ventimila persone per problematiche familiari, dei servizi offerti alle maternità,del fondo NASCO rivolto alle donne che, per motivi economici, si vedono costrette ad abortire.
A fronte di queste situazioni la Regione destina per diciotto mesi delle risorse economiche e delle agevolazioni.
Ha citato inoltre le iniziative di Housing aperto; delle politica a favore della casa.
Ha parlato inoltre delle politiche a favore delle donne per la conciliazione del tempo tra famiglia e lavoro.
Molti sono stati i messaggi trasmessi durante la conferenza.
Spicca, in particolare quello del Presidente della Repubblica Napolitano che ha ricordato come la famiglia sia una “straordinaria risorsa per la collettività”.
L’onorevole Giovanardi che ha fortemente voluto la conferenza ha ricordato invece da una parte la forza della famiglia, dall’altro, le sue fragilità nel contesto socio economico attuale .
Ha ricordato gli articoli cardine della Carta costituzionale come il 29, il 30 e il 31 - dove La Repubblica agevola la famiglia - ed il 37 rivolto alla donna ed al bambino ai quali devono essere rivolti aiuti nella fase di crescita.
Le statistiche parlano chiaro delle difficoltà della famiglia: dal calo dei matrimoni, quasi dimezzati dal 1972, alla denatalità, all’invecchiamento; invecchiamento che nel nostro paese crea l’effetto c.d. a “piramide rovesciata”.
Esistono infatti molti più anziani che giovani nel nostro paese.
Se questa tendenza si protrarrà, in Italia, nel 2050, gli italiani rischiano di diventare una minoranza.
A fronte di tutto questo, il governo si e’ impegnato su più fronti: dall’equiparazione giuridica dei figli legittimi con quelli naturali, all’affido condiviso, al fondo di credito per i neonati, alla creazioni di asili aziendali, agli sportelli Inps per la famiglia, alle politiche per le adozioni - essendo il nostro paese uno dei più attivi in Europa.
Ha accennato inoltre al Premio amico della famiglia conferito alle migliori iniziative rivolte alla famiglia sul territorio oltre che all’importanza dell’Osservatorio nazionale per l’Infanzia.
Anche iniziative come l’intervento sul codice della strada - che sembrerebbe esterno al problema familiare - e’ stato importante, stante il decremento degli incidenti mortali, soprattutto quelli del sabato sera che rappresentano oltre che un lutto familiare irreparabile, un costo sociale rilevantissimo.
Ha anche fatto presente l’iniziativa dell’abolizione dell’ICI sulla prima casa ed il fondo crediti per la prima casa che sono stati d’aiuto ai nuclei familiari-
In conclusione Giovanardi ha ricordato come i figli siano un capitale sociale.
Se tutte le forze politiche sono concordi in questo, gli atteggiamenti sul piano pratico, devono essere conseguenti e non fermarsi all’enunciato.
Dopo un intervento dell’Onorevole Carfagna, intervento che si è incentrato sul ruolo della donna e sulle sue difficoltà, e’ intervenuto il Ministro Sacconi che ha ricordato che c’e’ una equazione tra vitalità demografica e vitalità economica.
Sacconi ha ricordato che questa denatalità, nei paesi di vecchia industrializzazione, ha una ragione ben chiara che va contrastata perchè i figli sono la ricchezza della nazione. Sacconi ha evidenziato come la collaborazione fra Stato e società dovrà arrivare direttamente alla famiglia.
I principi ispiratori del Piano a favore della famiglia dovranno prevedere innovazioni stabili e non casuali di medio-lungo termine, ispirandosi ai principi Costituzionali italiani e favorendo la cittadinanza sociale della famiglia, le politiche esplicite sul nucleo familiare, le politiche dirette sul nucleo della Famiglia, l’ equità sociale vero la famiglia, la sussidiarietà,la solidarietà, il welfare familiare sostenibile ed abilitante, le alleanze locali con la famiglia, il monitoraggio dei provvedimenti legislativi e la valutazione degli impatti.
Tutti obbiettivi necessari ma ambiziosi se paragonati con il residuo di spesa a disposizione e con la crisi economica in corso. Non c’è dubbio però che la famiglia sia a un crocevia ineludibile sul quale operare le riforme indispensabili per la sopravvivenza del sistema paese.
Nel ritornare a casa, dopo questo interessantissimo convegno, quasi casualmente, mi e’ venuto fra le mani un testo di economia di mio padre dal titolo:”l’Economia a servizio dell’Uomo”.
E’ un testo edito dalla casa editrice dell’Universita’ Cattolica Vita e Pensiero.
Pur essendo del 1949, quel testo, del Prof Francesco Vito recita: ”Nei paesi con tasso di natalità decrescente, la instabilità della domanda e quindi l’instabilità della produzione e dell’impiego di lavoro,e’ accentuata”.
Più diviene intenso lo spostamento della domanda dei beni … più la società diviene attempata e meno riadattabile, i mutamenti della domanda danno origine a disturbi dell’apparato produttivo e sociale notevoli”.
Già nel 1949, in tempi non sospetti, ci si poneva la domanda sui rischi di una realtà come quella che stiamo vivendo e sulle criticità sociali di una economia debole sull’intero complesso delle relazioni e sul buon funzionamento di un paese.
Una politica in funzione della famiglia, non e’ un tema che possa essere assoggettato ad una visone politica di parte, ma e’ l’essenza della nostra sopravvivenza come sistema paese.
Ecco perche’ questi temi sono centrali per la Nazione e vanno visti non come una parte del problema del paese ma come “il problema del Paese”.
Quando si arriverà a considerare la famiglia non come una categoria sociale ma come il vero motore dell’economia e della società, quando si sarà raggiunto questo salto culturale da parte di chi si occupa ma non si preoccupa di una economia al servizio dell’uomo, forse saremo giunti alla centralità del dettato costituzionale che fu a cuore dei padri fondatori della nostra nazione.
La famiglia non e’ una figura retorica ma il perno del nostro futuro di italiani.