“L'indifferenza agnostica del pensiero attuale, il pessimismo critico, l'ideologia materialista del progresso sociale non bastano allo spirito, aperto a ben altri orizzonti di verità e di vita…”l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni".
Così si esprimeva il Santo Padre Benedetto XVI nel novembre del 2009, durante la sua visita a Brescia, parlando e ricordando il suo predecessore Papa Paolo VI.
E con queste parole si potrebbe sintetizzare il senso implicito del tema del II convegno nazionale della Associazione delle Famiglie Numerose Cattoliche, tenutosi ieri a Brescia alla presenza di un pubblico interessato.
Cogliamo l’occasione per ringraziare i presidenti delle associazioni MOICA, Sig.ra Tina Leonzi, e A.N.F.N., Sig.ri Mario e Egle Sberna, per essere intervenuti a questo incontro.
“Il ruolo della famiglia cattolica nella società multiconfessionale” era infatti il tema scelto, quanto mai attuale nella nostra nazione, ed in special modo nelle zone industriali del nord, che in maniera massiccia, negli anni pre-crisi, hanno attirato decine di migliaia di immigrati in cerca di lavoro. Immigrati, per la maggior parte di religioni diverse da quella cattolica, di culture, a loro volta influenzate dalle religioni, che appaiono anni luce distanti dalle nostre tradizioni. A questi si aggiunge l’enorme numero di persone soggiogate all’indifferenza agnostica del pensiero dominante, all’ideologia materialista, al pessimismo critico…” e che ci fanno capire l’importanza, l’attualità e l’estrema urgenza della testimonianza di veri cristiani. O meglio, di famiglie cristiane, constatato che il modello individualista, alla luce della recente crisi, ha dimostrato in tutta evidenza il suo fallimento. Su questo punto ha insistito in particolar modo Magdi Cristiano Allam, giornalista ed europarlamentare che inizia la sua lucida disamina della situazione europea ed in particolare italiana, rispondendo al riferimento dei “divorzi slim”, che potranno avvenire tramite 2 click sul computer, sottolineando che nel mondo islamico il ripudio può avvenire con un semplice sms. Questo per affermare che la vera emergenza oggi è la difesa dei valori non negoziabili, della famiglia e della natalità.
Facendo riferimento al declino della civiltà romana, mostra come anche la nostra civiltà sta seguendo la stessa via. Ora come allora, infatti, i parametri fondamentali diventano il consumismo e l’edonismo e il calo della natalità; ora come allora viene compensata dando piena cittadinanza a persone di cultura e tradizioni diverse.
E cosa affermano i fautori di quel relativismo così avversato dal Santo Padre? Che questo è un fatto naturale, che quindi non c’è differenza se gli italiani non fanno figli, perché per pareggiare la bilancia demografica basta aprire le frontiere. Perché tutto è messo sullo stesso piano, privandoci della nozione di Verità, perché tante sono le verità e tutte sono uguali. Di conseguenza la vita viene ridotta a una dimensione quantitativa e la persona ridotta a cosa e oggetto di consumo. Da qui un accorato appello alla difesa della dignità della persona, della sacralità della vita, della libertà di scelta, in particolar modo dell’educazione. Solo con questo si potranno salvare l’Europa e l’Italia dal declino verso sui sembrano inesorabilmente destinate.
Non si è parlato ieri a Brescia di coefficiente familiare e del fattore famiglia. Piuttosto si è parlato di bellezza della famiglia, del matrimonio e della apertura responsabile alla vita, del tesoro racchiuso nella famiglia cattolica che, come ha affermato il presidente della associazione, Gianni Archetti, non deve restare nascosto, ma mostrato in tutto il suo splendore, che altro non è se non il riflesso della luce di Gesù Cristo.
Il primo intervento è stato del vescovo di Brescia, mons. Monari, che ha fatto invece una profondissima riflessione alla luce della Sacra Scrittura e, partendo dal vangelo di Matteo (19,3-9), ha argomentato su come Dio ha pensato la famiglia. Fa riferimento alla sessualità come forza data da Dio all’uomo per aprirsi all’incontro e alla diversità: costituendo appunto la famiglia, unione di maschio e femmina, immagine di Dio. E la famiglia è quell’entità nuova e originale.
Mons. Monari cita Paolo VI quando affermava che “l’uomo è più grande di se stesso” e si supera nella famiglia e nella procreazione. E’ solo la durezza del cuore, conclude, che fa sì che non venga accettato il progetto di Dio.
L’intervento conclusivo è del sen. Carlo Giovanardi che si chiede, all’inizio del suo intervento, se tra 50 anni si potrà ancora tenere convegni con questo tema, se si potrà ancora parlare liberamente del ruolo della famiglia cattolica, visto che già ora chi ne parla rischia perlomeno di prendere insulti. Parte da un episodio che lo ha visto protagonista, pochi mesi orsono, quando si permise di criticare pesantemente una pubblicità che raffigurava due uomini (maschi) che si tenevano per mano. Sulla prima pagina di uno dei più diffusi quotidiani gli si dava apertamente del “cretino, cavernicolo ed energumeno”. Fa quindi riferimento a noti ed apparentemente innocenti programmi televisivi che propinano ai nostri figli ben altri modelli di vita coniugale.
Fa l’esempio dell’Olanda dove una legge permette ai genitori di sopprimere il figlio malato che, secondo il loro parere, vive una vita “non degna”.
Insiste sul fenomeno di disgregazione in atto, che potrà soltanto peggiorare lo stato delle cose.
Ma c’è una nuovo pericolo che attacca la famiglia e che è stato più volte sottolineato dai relatori: la teoria del genere, per cui la riclassificazione di uomini e donne deve avvenire in 5 o più generi legati all’orientamento sessuale. Sentirsi semplicemente o maschio o femmina è solamente frutto di condizionamento culturale e sociale. “Una bomba atomica ad orologeria” contro la famiglia, l’ha definita in conclusione il prof. Gandolfini.