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09 October, 2015

La persecuzione dei cristiani nel mondo
di - FNC


CONVEGNO
Sabato 17Ottobre2015 Hotel Villa Carlotta

Introduce
Gherardo Fiume
Responsabile dell’Associazione Famiglie Numerose Cattoliche per la Regione Piemonte

Relatori
Valentina Colombo
Docente di cultura e geopolitica dell’Islam all’Università Europea di Roma

Rodolfo Casadei
Giornalista, scrittore e reporter dall'Africa e Medio Oriente. Ha compiuto missioni in Iraq (2014) e Siria (2014-15). Inoltre, è redattore del Rapporto annuale sulla libertà religiosa nel mondo di Aiuto alla Chiesa che soffre

Luca Volontè
Direttore della Fondazione Novae Terrae, la quale promuove la libertà religiosa collaborando con Paul Bhatti e altre importanti personalità internazionali

Matteo Cattaneo
Responsabile delle campagne di CitizenGo, ha promosso numerose petizioni per la difesa dei cristiani e delle minoranze religiose perseguitate



08 October, 2015

Cappuccetto Rosso vietato ai bambini, è sessista: bandito dai testi scolastici
di - Il messaggero


Cappuccetto Rosso sessista e nel mirino del governo che lo 'elimina' dai libri di scuola: sembra incredibile, ma è successo davvero. A Parigi, la ministra dell'Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, ha annunciato la caccia agli stereotipi di genere nei manuali scolastici. Nel mirino è finita la favola di 'Cappuccetto rosso'.

I nuovi programmi delle elementari, ha avvertito la pupilla di Francois Hollande, «sono un'occasione importante per migliorare i libri di scuola prevenendo stereotipi discriminazioni che alimentano l'ineguaglianza tra gli alunni». Per farlo, racconta oggi Le Figaro, l'esponente del Parti socialiste si è affidata a uno studio del centro Hubertine Auclert, un'associazione parigina impegnata per la parità tra i sessi, secondo cui «numerose favole della cultura popolare», come appunto Cappuccetto Rosso, Cenerentola o Hansel e Gretel, sono spesso «imbottite di rappresentazioni sessiste».

Gli studiosi francesi deplorano che la maggior parte di questi capisaldi della letteratura per ragazzi rappresentino i «personaggi femminili con i loro stereotipi». La ricerca sulle «rappresentazioni sessiste» nel primo anno di scuola elementare prende in esame 22 manuali illustrati destinati ai giovanissimi. Pubblicazioni in cui solo «il 39% dei personaggi è di sesso femminile», deplora il centro Hubertine Auclert. Peggio. Già nelle prime immagini per imparare a leggere, le bimbe giocano soprattutto all'interno, in spazi chiusi, le donne sono spesso in cucina o svolgono le loro mansioni di mamma.



01 October, 2015

di -

I consiglieri regionali Ciriani e Zilli presentano una mozione per bandire il gender dalle aule scolastiche e per tutelare il ruolo dei genitori nell'educazione dei figli


Roma, 24 Settembre 2015 (ZENIT.org)
Potrebbero presto arricchirsi le fila delle regioni italiane che alzano gli scudi per impedire la penetrazione del gender nelle scuole. Dopo la Lombardia, la Basilicata e il Veneto, anche il Friuli Venezia-Giulia è intenzionato a elaborare uno strumento legislativo atto a contrastare le "colonizzazioni ideologiche" - per mutuare papa Francesco - nelle aule scolastiche.
Il contenuto della mozione presentata in Consiglio regionale da Luca Ciriani (Fratelli d'Italia) e Barbara Zilli (Lega Nord) prevede non solo di bandire la teoria gender dai corsi scolastici, ma anche di rispettare il ruolo della famiglia nell'educazione degli alunni attraverso il coinvolgimento dei genitori e dei loro enti rappresentativi nei progetti educativi riguardanti affettività e sessualità.
Nel testo si legge che "oggi più che mai ci troviamo di fronte a un'emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda tematiche relative all'affettività", che "in alcuni casi purtroppo è diventata sinonimo di educazione alla genitalità, priva di riferimenti etici e morali, discriminante per la famiglia fatta da uomo e donna". I due estensori del documento rilevano che "errate convinzioni vorrebbero equiparare ogni forma di unione e di famiglia e giustificare e normalizzare qualsiasi comportamento sessuale e la famiglia composta da una donna e da un uomo è vista quasi come uno stereotipo da superare". E ancora: "Riconoscere la diversità tra uomo e donna non significa discriminare - dice ancora la mozione - il vero e principio dell'eguaglianza non nega l'esistenza delle differenze, non le azzera, ma le accoglie e le valorizza in quanto portatrici di ricchezza e complementarietà".
Zilli e Ciriani commentano poi l'ordine del giorno, approvato a maggioranza da Partito Democratico e M5S, teso ad attuare il comma 16 del ddl Buona Scuola negli istituti scolastici friulani. In particolare l'art. 3 del suddetto comma del maxiemendamento sulla "violenza di genere" fa riferimento indiretto alla Convenzione di Istanbul, di fatto recepita ed attuata con la legge 119 del 2013 a cui il testo della Buona Scuola si richiama. "Se da più parti genitori e associazioni esprimono la loro preoccupazione, forse il rischio che la norma venga interpretata è più fondato di quanto si pensi" affermano a tal proposito i due consiglieri regionali.
Che a proposito del comma 16 della Buona Scuola aggiungono: "Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni". "Il rischio che il passaggio venga mal interpretato c'è - continuano Zilli e Ciriani - per questo è necessario scongiurare l'insegnamento nelle scuole di teorie, come quella gender, che altro non farebbero che mandare in confusione bambini e ragazzi sulla loro identità sessuale".
Secondo i due estensori del testo "va bene, anzi, è auspicabile che nelle scuole si insegni il rispetto e l'accettazione delle diversità, per contrastare atteggiamenti come l'omofobia, ma ricordiamoci che la spiegazione di certe tematiche così delicate è un compito che non può e non deve essere demandato ed assunto dalla scuola, ma deve rimanere in capo alla famiglia".
Di contro all'iniziativa di Zilli e Ciriani, si schiera il consigliere regionale Franco Codrega (Pd). Il presidente della IV Commissione Istruzione ripete la tesi degli esponenti del suo partito secondo cui la Buona Scuola non conterrebbe alcun riferimento al gender. "Si può ovviamente essere più o meno d’accordo con la legge della Buona scuola, il dibattito in questo senso, come è noto, è vivace. Ma attribuirvi una imposizione dell’insegnamento della teoria del gender è pura invenzione".



Sede Nazionale via Breda 18 Castel Mella (BS) Tel. 030 2583972

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