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22 November, 2011

Comunicato Forum delle Associazioni Familiari al Sen. prof. Mario Monti
di - Forum


Dopo il comunicato della FNC del 19/11/11, siamo lieti che anche il Forum delle Associazioni Familiari manifesti al Presidente del Consiglio la necessità di mettere in programma delle scelte politiche ed economiche "a misura della famiglia"
.
Riportiamo il testo del Presidente Francesco Belletti

Illustrissimo professor Monti,

ci rivolgiamo a lei come Forum delle associazioni familiari, in rappresentanza di oltre 50
associazioni familiari nazionali e di una capillare rete di Forum locali presenti in tutto il Paese, per
chiedere la Sua disponibilità ad un confronto sulle modalità con cui caratterizzare “a misura di
famiglia” le prossime scelte politiche ed economiche, certi che “quello che fa bene alla famiglia fa
bene al Paese”.
La sfida davanti al nuovo governo da Lei presieduto è grande, e si riassume in due parole chiave, da
Lei più volte sottolineate con grande efficacia: rigore ed equità. Solo dalla coniugazione di questi
due criteri sarà possibile chiamare tutte le forze sociali, economiche, e politiche del Paese a quello
sforzo di coesione sociale che chiede di sacrificare il proprio “particolare” a favore del bene
comune. Questo i cittadini si aspettano, questo chiedono le famiglie.
Per questo ci rivolgiamo direttamente a Lei, oggi, a qualche giorno di distanza dal Suo
insediamento, mentre sono in discussione le prime e decisive manovre di contrasto alla crisi. Le
famiglie italiane non chiedono di essere risparmiate dai sacrifici, ma che le pur necessarie azioni di
contenimento della spesa sappiano coniugarsi all’equità e alla ripresa.
In questo senso la dimensione familiare non può essere ignorata; nessuna manovra di natura fiscale,
a livello nazionale o locale, potrà essere equa se non terrà in adeguato conto i carichi familiari;
nessun taglio alla spesa sociale potrà garantire pari opportunità se non verrà commisurato e
riequilibrato in funzione della dimensione familiare; nessun intervento sui sistemi formativi e
sull’educazione sarà equo se non terrà in debito conto la valorizzazione del capitale umano e sociale
delle famiglie, così come la loro necessaria libertà di scelta in ambito educativo.
Non chiediamo sconti né privilegi per la famiglia; chiediamo però che essa sia considerata non
come un costo sociale, ma come una risorsa essenziale del Paese, come uno dei motori di sviluppo,
di fiducia e di futuro, da cui ripartire e su cui investire per uscire dalla crisi con un nuovo progetto
di rilancio del sistema Paese, che metta al centro le nuove generazioni e le nuove famiglie.
Del resto una delle specificità virtuose del nostro Paese è proprio la fitta trama di relazioni
solidaristiche, di legami comunitari e di capacità imprenditoriali che la famiglia genera in ambito
sociale, culturale ed economico, e che hanno costituito il baluardo più efficace a protezione dei più
deboli, di fronte ai non ancora conclusi attacchi della speculazione internazionale e alle perduranti
criticità strutturali del nostro sistema.
In particolare mi permetto di segnalare alcuni elementi su cui poter avviare un confronto, con le
modalità che riterrà più opportune:

1) riteniamo necessario che nella nuova compagine di governo venga confermata una delega
specifica alla famiglia e alle politiche familiari, con un mandato chiaro ed efficace: entrambi
i governi precedenti (Prodi e Berlusconi) avevano esplicitato questa delega, sia pure con
modalità diverse.

2) L’importanza di una esplicita delega alla famiglia è confermata anche dal fatto che entrambi
i governi hanno potuto così organizzare una “Conferenza nazionale sulla Famiglia” (il
ministro Bindi a Firenze, nel maggio 2007, il sottosegretario Giovanardi a Milano, a
novembre 2010), entrambi appuntamenti di grande importanza e occasione di confronto con
tutte le forze sociali e con la voce delle famiglie e delle associazioni familiari: in particolare
frutto della Conferenza di Milano 2010 è stata la redazione di un “Piano nazionale per la
famiglia”, tuttora all’esame del governo e della Conferenza Stato-Regioni. Le chiediamo di
inserire nell’agenda del Suo governo la rapida discussione e l’eventuale approvazione di tale
Piano, che per la prima volta nella storia del nostro Paese fissa priorità, linee strategiche e
contenuti di azione a partire dalla famiglia.

3) Le segnaliamo inoltre l’urgenza di considerare la dimensione familiare come fattore
insostituibile di equità in ogni intervento di natura fiscale e di spesa sociale. A questo scopo
sottoponiamo alla sua attenzione la nostra proposta del FattoreFamiglia, strumento di equità
fiscale a misura di famiglia, già ampiamente dibattuto nel Paese, e che consentirebbe di
introdurre finalmente l’equità familiare, oggi pesantemente e ingiustamente disattesa, non
solo nella riforma del sistema fiscale nazionale, ma anche a livello locale, nelle tariffe, nella
fiscalità locale, e in ogni misura di sostegno alle persone in difficoltà. Inoltre, restituire
capacità di spesa alle famiglie con figli attraverso un alleggerimento del carico fiscale,
offrirebbe un importante sostegno alla ripresa dei consumi e allo sviluppo economico,
soprattutto in riferimento ai beni di prima necessità e all’abitazione, settori entrambi
strategici per il nostro Paese. Infine, molte famiglie con figli verrebbero così protette dal
rischio povertà, diminuendo la spesa sociale nazionale, regionale e comunale e contrastando
finalmente in modo concreto la povertà dei minori, che in Italia sono esposti alla povertà in
misura molto più alta che nel resto d’Europa.
Molte sono poi le urgenze che preoccupano quotidianamente le famiglie italiane, e che in parte
trovano già risonanza nei primi annunci di azione del governo: la tenuta del sistema di sicurezza
sociale tra servizi sociali e previdenza, il lavoro giovanile e le politiche abitative, il lavoro delle
donne e la conciliazione famiglia-lavoro, le responsabilità educative e il connesso rilancio del
sistema educativo nel nostro Paese… Tutte priorità caratterizzate dalla grande sfida di una
modernizzazione che sia capace di promuovere le forze vive del Paese attraverso una coerente e
decisa applicazione del principio di sussidiarietà: è infatti nella sussidiarietà, nella centralità della
persona e dei corpi intermedi che famiglie, lavoratori, imprese e comunità locali ritroveranno la loro
capacità di generare futuro, investendo le proprie energie con quella fiducia che il Suo governo ha
dimostrato di saper suscitare nuovamente nel nostro Paese.
Presidente Monti, ci rivolgiamo a Lei anche a nome di quel milione e duecentomila firme di italiani
che hanno chiesto “un fisco a misura di famiglia”, con firme raccolte nel 2008, consegnate al
presidente Napolitano all'inizio della presente legislatura e da lui subito trasmesse ai presidenti Fini
e Schifani, e al Parlamento nel suo complesso. Firme, queste, che aspettano ancora una risposta.
Siamo certi che grazie alla Sua sensibilità e indubbia esperienza Lei saprà riconoscere alla famiglia
quella capacità di generare progetto, coraggio, fiducia, solidarietà intergenerazionale, che tanto
mancano ancora al nostro Paese: da solo nessuno saprà uscire dalla crisi; tutti insieme, sapremo
ritrovare la dignità e l’orgoglio delle nostre radici, della nostra identità e del nostro compito nel
mondo.
In attesa di un Suo riscontro, le confermo la richiesta di un incontro, in cui poterLe illustrare
tempestivamente le nostre preoccupazioni e le nostre proposte.

Il Presidente
Francesco Belletti

13 November, 2011

Famiglia cattolica «Crocevia del futuro»
di - Giornale di brecia di Wilda Nervi


nLa famiglia intesa come talento della qualità sociale, artefice del proprio valore. Protagonista ancora del dibattito, è stata al centro del convegno «Ruolo della famiglia cattolica nella società multiconfessionale», nell'auditorium di San Barnaba, promosso dall'Associazione nazionale famiglie numerose cattoliche.
Il titolo racchiude due specificazioni che alludono ad un contesto ampio, che va al di là della lettura del suo ruolo sotto il profilo economicistico. «Possono, infatti, cambiare i governi e le impostazioni - ha anticipato il prof. Massimo Gandolfini, presidente dei medici cattolici della Lombardia, moderatore al convegno - ma quello che deve rimanere è il valore intrinseco della famiglia, sede di un patto di comunione, di indissolubilità, santuario della vita».
Al vescovo Luciano Monari è stato affidato il compito di sviluppare un'impostazione religiosa e antropologica del tema. «La sessualità è una forza che Dio mette nella vita dell'uomo perché si apra alla costruzione di una nuova famiglia e lo renda capace di procreare per portare a compimento il suo disegno. Questa la cifra che definisce la famiglia», ha sostenuto il presule che ha citato il libro della Genesi e il «dinamismo della famiglia preda di sentimenti alterni. Per questo bisogna educare ai sentimenti giusti, ai comportamenti corretti. La purezza della fedeltà di Dio produce la fedeltà umana come valore inviolabile dell'unione tra un uomo e una donna; non semplicemente coppia, ma entità nuova».
Fra cinquant'anni, ci sarà ancora la famiglia cattolica? Una domanda «inquietante» che si è posto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega alle politiche familiari, sen. Carlo Giovanardi. «In Europa - ha esordito - la famiglia formata da un uomo e una donna sta diventando residuale. Nel rispetto dei diritti di tutti ad esercitare la loro sessualità, non possiamo però accettare di considerare famiglia le unioni di persone dello stesso sesso».
C'è una deformazione della concezione di famiglia cattolica per il sen. Giovanardi. «Una pericolosa deriva - ha precisato - per la quale se due genitori mettono al mondo un bambino malato sono considerati criminali. Anche le famiglie numerose soffrono di pregiudizi. Sta prendendo piede questa pseudocultura che disgrega la famiglia cattolica». Questo il quadro nel quale lievita l'abrogazione di fatto, degli articoli della Costituzione che sanciscono il valore della famiglia. «Vanno difesi e rilanciati invece per il futuro di chi vorrà avere figli».


Famiglie cattoliche e multiconfessionalità
di - Bresciaoggi di Elisabetta Bentivoglio


AUDITORIUM SAN BARNABA. Oggi il convegno organizzato da Fnc

Tra i relatori: il vescovo Luciano Monari, magdi Allam e il sottosegretario Carlo Giovanardi

«La famiglia è l´istituto portante di uno stato democratico e il primo ammortizzatore sociale in grado di dare protezione e sostegno al sistema sociale». Ne è convinto Massimo Gandolfini, presidente dei Medici Cattolici della Lombardia e moderatore del convegno organizzato dall´Associazione Nazionale Famiglie Numerose Cattoliche (Fnc). Si parla del «Ruolo della famiglia cattolica nella società multiconfessionale» ed è in programma stamani, dalle 9,30, all´auditorium San Barnaba.
ALL´EVENTO, patrocinato da Comune e Provincia di Brescia, Medici Cattolici Lombardia e associazione Medici Psicologi e Psichiatri Cattolici, prenderanno parte, tra gli altri, il vescovo di Brescia Luciano Monari, il giornalista ed europarlamentare di «Io amo l´Italia» magdi Cristiano Allam e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche per la famiglia Carlo Giovanardi.
«Mi lusinga il fatto che Brescia si faccia portavoce di una ritrovata voglia di dialogo e confronto sulla famiglia - ha commentato l´assessore comunale alla famiglia Giorgio Maione -, a dimostrazione del fatto che le politiche messe in atto in questi anni stanno dando stimoli nuovi e costruttivi per ripensare al ruolo sociale che essa ricopre, ma soprattuto rendono chiara la necessità di farla tornare protagonista del welfare del Paese».
PENSIERO condiviso anche dal presidente della Fnc Gianni Archetti che però precisa: «nell´incontro proveremo ad inoltrarci tra i valori che determinano il vissuto delle famiglie cattoliche, anche alla luce della multiconfessionalità della società odierna».
Nel mondo cattolico «i valori della famiglia sono quelli per cui è monogama, eterosessuale e legata dal patto indissolubile del matrimonio, - ha detto ancora Gandolfini - ma, purtroppo, nella società di oggi, vengono costantemente minati nel tentativo di disgregarla. Ma i problemi che non potranno più essere risolti o arginati dagli affetti familiari ricadranno automaticamente sullo stato sociale che oggi è costretto a fare i conti con i tagli della crisi».
HA QUINDI ricordato il buon esempio fornito dalle famiglie cattoliche «dove i problemi on mancano, ma si affrontano con la ferma volontà di salvaguardare l´unità familiare, anche sacrificando l´interesse del singolo».



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