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16 December, 2012

QUOZIENTE PARMA ADDIO
di - Dalla Nuova Bussola Quotidiana di oggi


Si chiamava Quoziente Parma e conteneva una serie di misure volte a proteggere il borsello delle famiglie in base al numero di figli. Era uno strumento che declinava in formule matematiche quello che dovrebbe essere un principio cardine del buon governo: le famiglie numerose meritano sostegno economico, vuoi per le maggiori spese che si trovano ad affrontare, vuoi per il contributo positivo che danno in termini sociali. Sempre che si creda che i figli siano una ricchezza.
Non sembrano pensarla così Federico Pizzarotti, il Sindaco della città ducale del Movimento cinque stelle, e i suoi Assessori, che hanno approvato il piano tariffario per l’anno prossimo. Piano tariffario che fa del Quoziente Parma carta straccia. «Temporaneamente sospeso»: così si esprime l’Assessore al Welfare Laura Rossi, che nel comunicato ufficiale col quale chiarisce la posizione della Giunta spiega le ragioni della decisione: «Chi afferma che il Quoziente sia uno strumento di equità a costo zero non racconta la verità […]. Al contrario questo strumento ha rappresentato in questi anni un pesante aggravio per le casse del Comune, avendo comportato esclusivamente agevolazioni per tutti quanti».
Parole che mostrano scarsa lungimiranza. Se un’amministrazione pubblica non riesce a capire che, in un periodo di crisi demografica prima ancora che economica, lo stanziamento di denaro per le famiglie numerose costituisce un investimento e non un costo per la collettività, non sembrano esserci spiragli per una svolta in termini di politiche familiari. Secondo quanto affermato dall’Assessore, il comune di Parma dedicherà da adesso maggiore attenzione ai nuclei familiari in forte stato di povertà, situazione determinata «non dal numero dei figli ma dal tipo di reddito mensile».
Ma cosa è, concretamente, il Quoziente Parma, espressione di uso comune che indica il Fattore famiglia introdotto nel 2009 dall’allora Sindaco Pietro Vignali, eletto in una Lista civica sostenuta dal centrodestra? Si tratta di un coefficiente moltiplicativo che corregge l’ISEE, l’indicatore della situazione economica equivalente che è una sorta di fotografia economica di un nucleo familiare, certe volte un po’ sfuocata. Con l’applicazione del Quoziente Parma, si abbandonavano le vecchie modalità di calcolo delle tariffe di accesso a servizi pubblici (nidi, servizi per gli anziani, ecc.), basate su scaglioni di ISEE. Il calcolo dell’ISEE corretto, e conseguentemente dei costi per una famiglia, diveniva più aderente alla reale situazione familiare, tenendo maggiormente in considerazione elementi quali il numero dei figli e la presenza di anziani o disabili.Un principio in linea con quanto affermato dal Presidente del Forum delle Associazioni familiari Francesco Belletti, che, interpellato da Tempi, ha parlato di un provvedimento che non grava sulle casse comunali, potendo prevedere un sistema di calcolo delle tariffe tale da «far spendere di più a chi ha di più e di meno a chi ha di meno».
Di delusione e illusione parla Vittorio Lodolo D’Oria, responsabile dell'Associazione Famiglie Numerose Cattoliche, che sottolinea che il movimento di Beppe Grillo ha fatto peggio di destra e sinistra: ha smantellato, cioè, quel poco di buono realizzato in un panorama di immobilismo desolante per quanto riguarda le politiche a favore della famiglia. Nulla di cui sorprendersi, prosegue Lodolo D’Oria, se si pensa che stiamo parlando di un Movimento «il cui leader carismatico spara a zero sulla Chiesa e rigetta integralmente i valori non negoziabili».
Assai perplessi si dichiarano anche Alfredo Caltabiano, consigliere nazionale dell’Associazione nazionale famiglie numerose e Alessandro Soprana, direttore dell’osservatorio politico delle Famiglie numerose. I due si dicono poco convinti dal nuovo calcolo dell’ISEE che partirà con l’inizio del 2013: sarà dato, infatti, un minor peso alla composizione del nucleo familiare, rispetto a quanto previsto dal Fattore famiglia.
Il sindaco grillino di Parma ha anche deciso di imporre uno stop all’esperienza dell’Agenzia per la famiglia, un organo comunale che raccoglieva le istanze dell’associazionismo familiare, trasformandole in progetti concreti. Progetti su cui si è espressa ancora l’Assessore al Welfare Rossi, che ha affermato di essere disposta a discutere delle singole iniziative previste dall’Agenzia ormai chiusa, sempre nell’ottica di una valutazione dei costi.
Il cambio di rotta sul Quoziente Parma, oltre ad essere un danno per molte famiglie, ha il sapore della beffa, se si pensa che Pizzarotti, nel proprio programma elettorale, proprio alla voce “Famiglia” aveva inserito il proposito del «mantenimento e studio per la revisione delle modalità di applicazione delle agevolazioni, con tariffe da modulare in modo da renderle più aderenti alle reali possibilità delle famiglie, anche quelle più numerose». Una promessa non mantenuta. Nulla di nuovo sotto il sole. O, per meglio dire, sotto le cinque stelle. Per la famiglia, è notte fonda.

13 December, 2012

Se vuoi la pace difendi la vita
di - FNC


FNC è lieta di apprendere che alla presidente della Quercia Millenaria è stato conferito In Campidoglio a Roma il premio Madre Teresa di Calcutta.
Facciamo le nostre più cordiali felicitazioni a Sabrina Pietrangeli Paluzzi, socia anche della nostra associazione, con cui abbiamo collaborato in occasione del nostro primo convegno nazionale a Roma

In Campidoglio a Roma, Premio alle Mamme del continente, affinché l'Europa difenda il diritto alla vita fin dal concepimento
di Antonio Gaspari
ROMA, lunedì, 10 dicembre 2012 (ZENIT.org) - Nello stesso giorno in cui a Oslo è stato conferito il premio Nobel per la Pace all’Unione Europea, a Roma in Campidoglio è stato consegnato il Premio europeo per la vita alla madri d’Europa.
Carlo Casini, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo e Presidente del Movimento per la Vita italiano, ha aperto la manifestazione per la consegna del premio Madre Teresa di Calcutta nella mani di tre eroiche mamme: a Chiara Corbella Petrillo che ha dato la vita per far nascere il proprio figlio, rappresentata dal marito, a mamma Irene di Nomadelfia, e a Sabrina Pietrangeli Paluzzi, presidente della “Quercia Millenaria”.
Casini ha ricordato le parole del Pontefice Paolo VI che, in occasione della Giornata Mondiale per la Pace, l’1 gennaio 1977 affermò: “Se vuoi la pace, difendi la vita”.
Stesso concetto espresso da Madre Teresa di Calcutta che, nel 1979, nel ricevere il premio Nobel per la Pace disse: “Se accettiamo che una madre possa sopprimere il frutto del proprio seno che cosa ci resta? L’aborto è il principio che mette in pericolo la pace nel mondo”.
Purtroppo, ha commentato Casini, nell’Europa di oggi le interruzioni volontarie di gravidanza sono assai più di un milione l’anno. Per questo motivo Giovanni Paolo II parlando ai Vescovi del continente nel 1985 parlò di “sconfitta dell’Europa”.
In questo contesto il Premio europeo per la vita consegnato alle mamme d’Europa guarda al futuro, perché senza figli non c’è futuro, e perché, ha sottolineato Casini, “le innumerevoli e silenziose madri d’Europa diffondono e promuovono quei valori che l’Europa proclama, ma spesso tradisce”.
Andrea Riccardi, Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, ha ringraziato Casini perché “intrepido pellegrino del diritto alla vita continua a bussare alla porta e ai palazzi d’Europa e d’Italia”.
Il Ministro ha precisato che “l’Europa è il cuore di un umanesimo dove si proclamano diritti e opportunità, ispirati alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” ma emerge la contraddizione per quei bambini concepiti e non nati.
Per Riccardi “senza la vita non ci sono diritti” e l’Europa “ha bisogno di vita se vuol essere un faro di umanità e diritto nel mondo”.
“Ammiro il lavoro del Movimento per la Vita - ha spiegato - perché compagni di viaggio che permettono di superare la disperazione, una vera alleanza per la vita dove le paure si trasformano in rispetto comune”.
Il Ministro ha concluso spiegando che nella nostra società, ci sono due modi di essere fuori tempo, o anacronistici o profetici. “E la battaglia della vita è profetica, perché senza la vita l’Europa muore”.


27 November, 2012

Kiko Argüello si racconta per la prima volta in un libro
di -


Pubblicato in Spagna il volume sulla vita dell'iniziatore del Cammino Neocatecumenale: dalla crisi esistenziale all'incontro con Cristo, fino alla nascita dell'itinerario di fede presente oggi in 101 paesi
ROMA, venerdì, 23 novembre 2012 (ZENIT.org) - "Ho cercato di vivere come se Dio non esistesse. In quel momento ho chiuso il cielo. Mi si è formato sopra come un cielo di cemento e la vita è diventata molto difficile".
Così Kiko Argüello, iniziatore del Cammino Neocatecumenale, racconta la crisi esistenziale che lo ha portato all’incontro con Cristo e dunque alla svolta della sua vita nel suo primo libro “Il Kerygma, nelle baracche con i poveri”.
"Ero morto dentro e fui letteralmente scioccato dal fatto che le persone erano in grado di vivere quando io non ero assolutamente in grado di farlo” scrive Kiko nel volume edito dalla casa editrice spagnola BuenasLetras, in vendita in Spagna dal prossimo martedì 27 novembre.
“Le persone erano entusiaste dal calcio, dal cinema... - continua l'autore - Per me quelle cose non significavano più nulla. Mi sono chiesto: Ma come vive la gente? Come riescono a vivere le persone? Vedevo le persone normali e pensavo: Ma non si chiedono chi sono io, chi mi ha creato, cos’è la vita? Perché la gente non si pone questi problemi? Forse sarò io un po’ pazzo, un narcisista, uno strano?”.
“Tutto questo”, racconta ancora l’autore, “nasceva dal fatto che sentivo su di me come un 'mantello bagnato' che mi poneva costantemente in cerca della verità: Chi siamo e cosa facciamo nel mondo? Per me non era più indifferente che Dio esistesse o non esistesse, ma era diventata una questione di vita o di morte".
"In un momento tragico della mia esistenza quindi – prosegue Argüello - sono andato nella mia stanza, ho chiuso la porta e ho gridato a Dio: “Se esisti, vieni ad aiutarmi, perché ho davanti a me la morte!".
L’iniziatore del Cammino Neocatecumenale ha voluto pubblicare la sua testimonianza personale di come ha trovato Cristo in mezzo ad una forte crisi esistenziale e, da lì, il cambiamento che ha sperimentato nella sua vita, che poi ha portato come risultato all'inizio dell’itinerario Neocatecumenale.
Il volume contiene anche un Kerygma che, dice l'autore, “può essere un contributo, per i suoi contenuti e l'antropologia, al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione” recentemente svoltosi in Vaticano.
La prefazione del libro è a cura del cardinale Antonio Cañizares, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, che scrive: “Il Cammino Neocatecumenale è un dono che lo Spirito Santo ha dato alla Chiesa dopo il Concilio, in quanto percorso o itinerario di iniziazione o re-iniziazione cristiana, e come strumento per promuovere una nuova e vigorosa evangelizzazione”.
Prosegue il porporato: “Ringraziamo Dio per le grandi meraviglie che Egli opera in favore della Chiesa e dell'umanità attraverso questa strada; per le grandi benedizioni e per i frutti che per mezzo di questo Cammino si riversano in favore del suo popolo: frutti di conversione alla vita cristiana, di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, di attività missionaria della Chiesa. Frutti anche di carità, di vita conforme alle Beatitudini, di generosità, di famiglie rinnovate e aperte alla vita”.
Da parte sua, il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha contribuito al libro con un commento alla catechesi di Kiko intitolata “Tre Angeli”. Scrive il porporato austriaco: “questo Cammino, tante volte confermato e incoraggiato dai Papi Paolo VI, il Beato Giovanni Paolo II e il nostro Santo Padre Benedetto XVI, attraverso l'annuncio della Buona Novella, il Kerygma, ha aperto a molte persone la porta della Fede”.
"La catechesi di Kiko qui pubblicata – prosegue Schönborn - rappresenta una forte ‘istruzione’ per i discepoli. È un invito alla conversione personale. Questa catechesi m’impressiona perché mostra chiaramente, a me personalmente, che senza conversione personale non è possibile evangelizzare. Chi evangelizza deve essere per primo evangelizzato”.
Uno dei punti chiave del libro di Kiko Argüello è che “è necessario passare in una parrocchia da una pastorale di sacramentalizzazione alla evangelizzazione”. “Se la parrocchia – scrive - ha, per esempio, un territorio con circa 15.000 persone, di cui solo una decina, un 5%, va a messa la Domenica, c'è ancora un gruppo di persone che si sposa in Chiesa, battezza i propri figli, e via dicendo. Allo stesso tempo c'è un’altra enorme quantità di persone che non vanno per nulla in Chiesa”.
L’interrogativo è quindi: “Come mai così tante persone secolarizzate?”. L’autore prova a dare qualche risposta, “alcune pennellate” come lui stesso le definisce. Una di queste è: “Negli Atti degli Apostoli si usa l’espressione: mediante miracoli. Negli Atti ogni Kerygma è, infatti, preceduto da un miracolo che crea stupore, sorpresa, fa aprire le orecchie alle persone, per renderli pronti ad ascoltare. La fede infatti viene dall'ascolto. (...) Questi miracoli preparano le persone a sentire l'annuncio della Buona Novella, la grande notizia che salva il mondo”.
“Non c'è cosa più grande al mondo per annunciare il Vangelo” sottolinea Kiko. “Dio ha voluto salvare il mondo attraverso la stoltezza del Kerigma. Esso non è una predica o una meditazione. È l'annuncio di una notizia che si realizza ogni volta che la si proclama. E cosa si realizza? La salvezza”. “La parola Vangelo significa buona notizia – spiega -. Vangelo e Kerygma sono la stessa parola. Annunciare il Vangelo significa quindi annunciare il Kerygma. È importante ascoltare il Kerygma”.
Kiko Argüello è nato a León (Spagna) il 9 gennaio 1939. Ha studiato Belle Arti presso l'Accademia di San Fernando a Madrid, dove ha conseguito il titolo di Professore di Pittura e Disegno. Nel 1959 ha ricevuto il Premio Nazionale di Pittura straordinaria.
Dopo una profonda crisi esistenziale, si produce in lui una forte conversione che lo porta a dedicare tutta la sua vita a Cristo e alla Chiesa. Nel 1960, insieme allo scultore Coomontes e al vetraio Muñoz de Pablos, fonda il gruppo di ricerca e sviluppo di Arte Sacra Guild 62, con il quale realizza diverse mostre a Madrid (Biblioteca Nazionale). Il gruppo è, inoltre, scelto dal Ministero della Cultura per rappresentare la Spagna all'Esposizione Mondiale di Arte Sacra a Royan (Francia) nel 1960. Allo stesso tempo, Argüello espone alcune delle sue opere nei Paesi Bassi (Galleria Nouvelles Images).
Convinto che Cristo sia presente nella sofferenza dei poveri e diseredati, nel 1964 Kiko va a vivere tra i poveri, nelle baracche del quartiere Palomeras Altas, alla periferia di Madrid.
Più tardi, incontra Carmen Hernández, e insieme, coscienti del contesto di povertà che li circonda, decidono di trovare una forma di predicazione, una sintesi catechetico-kerygmatica, che porta alla formazione di una piccola comunità cristiana.
Nasce così la prima comunità di poveri, in cui è visibile l'amore di Cristo crocifisso che diventa "seme”, grazie all'allora arcivescovo di Madrid, Mons. Casimiro Morcillo, piantato nelle parrocchie prima di Madrid, poi a Roma e in altri paesi.
Si forma poco a poco un cammino di iniziazione cristiana per adulti che scopre e recupera la ricchezza del battesimo. Kiko Argüello, Carmen Hernández e il sacerdote italiano don Mario Pezzi sono oggi i responsabili mondiali del Cammino Neocatecumenale, presente in 101 paesi dei cinque continenti.


Sede Nazionale via Breda 18 Castel Mella (BS) Tel. 030 2583972

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