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25 August, 2013

PedaliAmo per la vita
di - FNC-


Mancano pochi giorni a un appuntamento al quale almeno i cattolici locali dovrebbero partecipare senza alcuna esitazione, dubbio o scusanti solo per il titolo che porta: "PedaliAMO per LA VITA, per dire sì alla vita dal concepimento alla morte naturale", 2° edizione, che avrà luogo a Padova, Domenica 15 settembre 2013 (www.ioamolavita.it). Saranno 15 km. di amichevole pedalata lungo le vie della città, con partecipazione aperta a tutti e completamente gratuita.
Sì perché noi siamo per la vita e per una cultura di vita.
Vita intesa come dono e grazia da tutelare dal concepimento alla morte naturale senza alcuna eccezione.
Vita come futuro per una società che a causa di una generale apatia e in particolare ai princìpi non negoziabili ha spostato la sua attenzione a falsi diritti e valori surrogati giustificando qualsiasi forma di omicidio di un essere umano con un relativismo spiazzante.
Vita come speranza per una società votata al suicidio se si considera che ad esempio in Italia il tasso di natalità è di 1,2 ovvero con un deficit di sopravvivenza del -0,8%.
Vita come trasmissione di valori e Verità negata in Italia dal 1978 ad oggi a circa 6 milioni di bambini.
Io partecipo alla pedalata come madre di tre meravigliosi bambini e per dare la mia testimonianza di cattolica.
Partecipo anche per dire grazie a tutte quelle coppie che mi hanno dato consigli e testimonianza in questi ultimi anni; a quelle coppie che hanno deciso di proseguire la gravidanza pur sapendo che il loro figlio sarebbe stato portatore di una grave malattia, malformazione o che sarebbe sopravvissuto poche ore dalla nascita; a quelle coppie che chiudendo la porta ai medici, paramedici, parenti e amici che consigliavano loro di abortire perché "non sano" hanno detto sì a quel figlio che il Signore ha voluto donare loro; certo con grande paura iniziale ma l'ardente fede che li animava li ha portati dritti all'amore vero. Lo stesso amore che si scorge negli occhi di un marito o di un padre che pur esausto data la continua assistenza ad una moglie o al figlio in stato vegetativo per un incidente o altre circostanze non pensa minimamente di uccidere parte della sua vita "per non farla soffrire più".
Sofferenza e intimo dolore che invece rimarrà per tutta la vita a quelle madri che hanno deciso di uccidere il proprio figlio ingannate da false emancipazioni, falsi progressisti, falsi diritti conquistati, l'idea della gestione esclusiva del proprio corpo e ideologia e cultura della morte.
Il prossimo 15 Settembre la colonna sonora della pedalata sarà lo squillo dei campanelli per dire SVEGLIA!
Sveglia a tutte le persone che sanno di questa tragedia ma tacciono: "Una società senza figli è una società senza futuro".
Sveglia a tutte le donne che devono riprendere coscienza con orgoglio di essere femmina e quindi di avere quel meraviglioso dono che solo loro hanno: la facoltà di portare in grembo e dare alla luce creature che diverranno il nostro futuro.
Sveglia a tutte le persone che in apatia seguono ciò che la società relativista propone non curanti della necessità di affermare, indipendentemente dalla religione o idee politiche, i princìpi non negoziabili.
Sveglia a tutti quei cattolici annacquati, progressisti, relativisti, part-time e possibilisti che hanno perso o relativizzato gli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa, del Vangelo e della Tradizione.
La pedalata si concluderà con il volo dei palloncini azzurri e rosa a memoria di tutte le vittime innocenti cui è stato negato il dono della vita e che sono state barbaramente uccisi nel seno materno.
Anche tu vuoi dire sì alla vita in grande festa? Ti aspetto!

13 August, 2013

Omofobia, il lavoro non fatto e i danni che seguiranno
di - La Nuova Bussola Quotidiana di Riccardo Cascioli


Bisogna davvero avere un senso dell’umorismo molto spiccato per concepire una lettera come quella scritta da 26 deputati del Partito Democratico e di Scelta Civica e pubblicata da Avvenire il 9 agosto con il titolo “Omofobia, il lavoro fatto e quel che resta da fare” (la lettera ancora campeggia nella Home page del quotidiano). E soprattutto bisogna contare molto sull’ignoranza di chi legge che, non avendo seguito i lavori parlamentari, è portato a prendere per buono ciò che così autorevolmente viene presentato.

In sintesi i 26 deputati cattolici - tra cui nomi ben noti come Rosy Bindi, Renato Balduzzi, Beppe Fioroni, Mario Marazziti, Edoardo Patriarca, Luigi Bobba, Ernesto Preziosi, Rocco Buttiglione, Paola Binetti, Gianluigi Gigli, Mario Sberna – si presentano come soldati che vanno a rendere omaggio al sovrano dopo una lunga, vittoriosa, battaglia aspettandosi in cambio onori e prebende.

Così si dicono soddisfatti – e tutti ovviamente dovrebbero esserlo – per questa efficace presenza dei cattolici di diversi schieramenti nelle istituzioni che, lavorando insieme, sono riusciti a modificare in meglio la proposta di legge sull’omofobia. Il primo testo era inaccettabile, dicono, invece ora grazie al loro lavoro è molto diverso e, con qualche altro piccolo ritocco che salvaguardi la libertà di espressione, e su cui sono impegnati, la legge si può sicuramente firmare.

Gran finale con l’esaltazione della “presenza cattolica in tutti i partiti che oggi fanno parte della maggioranza” che è “in grado di contribuire fattivamente a ricercare soluzioni legislative equilibrate e rispettose di tutte le diverse sensibilità presenti nel Paese”.

Proprio quest’ultima affermazione fa nascere qualche domanda: visto che si parla della presenza cattolica in tutti i partiti della maggioranza, come mai non c’è nessuno del Pdl fra i firmatari? Che non ci siano cattolici in quel partito?

In realtà le cose stanno ben diversamente da come la raccontano i 26 che, se fosse dipeso dal loro “lavoro costante e fattivo”, la legge sarebbe già passata alla Camera in luglio e nella versione iniziale. Sì, perché nessuno di loro ha mosso un dito né provato a sollevare il dibattito mentre alla Commissione Giustizia della Camera si stava compiendo un blitz che mirava a mettere tutti davanti al fatto compiuto eliminando ogni dibattito. Anzi, no. Solo Paola Binetti in Commissione Giustizia ha presentato degli emendamenti e cercato di fare opposizione, ma – bisogna purtroppo dirlo – è poi stata assente nella seduta decisiva in cui bisognava discutere sugli emendamenti stessi ed ha accettato poi di tagliare la discussione sugli emendamenti così che ha tolto la possibilità di bloccare la proposta. In Commissione, invece, non pervenuto il suo compagno di partito Gigli.

E allora come mai il testo arrivato in aula è diverso da quello iniziale? I lettori che hanno seguito La Nuova BQ in questi mesi lo sanno bene, perché abbiamo seguito i lavori passo dopo passo dandone accurato resoconto: il nuovo testo è stato presentato come scappatoia per evitare di discutere gli oltre 400 emendamenti presentati da alcuni deputati, che curiosamente non figurano nella lista dei 26, e che è giusto ricordare: Alessandro Pagano ed Eugenia Roccella, del Pdl, e Nicola Molteni della Lega Nord (la Lega è anche l’unico partito che si è espresso chiaramente contro questa proposta di legge). Poi bisogna ricordare che a sollevare il dibattito fuori della Commissione sono stati Carlo Giovanardi, Maurizio Sacconi, Lucio Malan, anche loro del Pdl.

Solo a cose fatte, alcuni di Scelta Civica, si sono dati da fare per trovare l’ultimo compromesso con il Pd, secondo quanto avevamo già anticipato su La Nuova BQ: clausola di salvaguardia per la libertà di opinione ma pagando in cambio l’aggiunta dell’aggravante per reati penali commessi a motivo dell’omofobia.

Il giudizio su questo papocchio lo abbiamo già espresso con chiarezza: una legge sull’omofobia, clausole o non clausole, è inaccettabile perché introduce un concetto ideologico teso a sovvertire la natura. Come è emerso chiaramente dal dibattito in aula, il 5 agosto, la ratio di questa legge sta nel voler riconoscere l’omosessualità – e qualsiasi altro orientamento sessuale – come un fatto di natura. Il che è assolutamente improponibile. Senza considerare che la clausola di salvaguardia sulla libertà di espressione lascia il tempo che trova in una norma che punisce oggettivamente il reato di opinione.

Peraltro è lo stesso Magistero che ha affermato con la massima chiarezza che la tendenza sessuale non può essere in alcun modo comparata alla razza (come avverrebbe per questa proposta se diventasse legge), quando si applica il principio della non discriminazione, per motivi che più volte abbiamo scritto.

Ciò malgrado questi 26 deputati pretendono di parlare a nome di tutti i cattolici, isolando peraltro gli unici che veramente si sono battuti per evitare questa legge. E ovviamente lo fanno scrivendo al giornale dei vescovi, nel miglior stile clericale, pensando così di ricevere una benedizione anche in vista di possibili, prossime, elezioni. Invece di unire le loro forze a quelle di altri che hanno fatto di tutto per fermare questa legge, preferiscono puntare al compromesso al ribasso, privilegiando certe alleanze politiche alla verità e al bene comune. Oltretutto prendendosi indecorosamente dei meriti che non hanno e stravolgendo la realtà. Bisogna poi ricordare che almeno uno dei 26, l’on. Gigli - essendo presente alla conferenza stampa che abbiamo organizzato a Roma lo scorso 24 luglio per spiegare il no alla legge sull’omofobia – aveva solennemente affermato che anche nel caso di un passaggio degli emendamenti sulla libertà di espressione, non avrebbe votato a favore della legge. Ora invece dalla lettera ad Avvenire scopriamo che in fondo trova che il sì sia giustificato.

Se questa è la presenza cattolica in politica, poveri noi.

09 July, 2013

Il resp. regionale FNC Mario e Giuliana Bolzan nuovi Presidenti del Forum Veneto
di - FNC


Il Forum Veneto delle Associazioni familiari ha rinnovato in data 26/06/2013 le proprie cariche eleggendo Presidente i coniugi Giuliana e Mario Bolzan rappresentanti della nostra associazione FNC in Veneto.

Siamo contenti che il presidente delle associazioni famigliari Venete venga espresso, per la prima volta, da una coppia: questa scelta evidenzia l’impronta fondamentale che il Forum veneto vuole dare alla sua attività.
Ringraziamo in modo particolare il Dott. Andrea Piva, di cui abbiamo la più profonda stima e gratitudine, per il lavoro svolto a favore delle famiglie.

Ci auguriamo che il valore della Famiglia sia sempre più difeso e tutelato ed esprimiamo l’auspicio che la massima collaborazione con tutte le associazioni presenti nel Forum Veneto ottenga dei risultati.


COMUNICATO STAMPA FORUM VENETO
Il Forum Veneto delle Associazioni Famigliari, nell’assemblea di Mercoledì 26 Giugno, ha rinnovato le cariche della Presidenza e del Direttivo.
Sono stati eletti all’unanimità i seguenti rappresentanti delle associazioni nelle cariche di:

PRESIDENTE: coniugi Giuliana e Mario Bolzan (FNC) …….





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