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06 December, 2013

Istituzioni e LGBT: un’alleanza inedita e pericolosa
di - Vittorio lodolo


A cura di Vittorio Lodolo D’Oria
Portavoce Famiglie Numerose Cattoliche

Nel giro di un anno (Novembre 2012-Novembre 2013) è divenuta realtà quello che non avremmo creduto possibile. Il Governo Monti (col ministro del Lavoro Fornero) prima, e quello Letta poi (col ministro dell’Istruzione Carrozza), hanno consentito l’istituzionalizzazione della teoria del Gender e l’avvio del conseguente indottrinamento di operatori dei mass-media, insegnanti, alunni e studenti, dipendenti pubblici, carcerati. Il tutto senza dimenticare la creazione di un sistema di polizia (OSCAD) che, oltre a raccogliere denunce anche anonime, si occupa di monitorare stampa, TV e web ad uso e consumo di una minoranza controversa per l’ideologia che ne sta alla base (i gruppi LGBT). Si tratta di una minoranza però rumorosa e violenta, che vuole impedire di parlare a tutti coloro che difendono la famiglia naturale fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. I casi di intolleranza dei sedicenti “discriminati” sono sempre più numerosi (Verona, Casale Monferrato, Milano, Ravenna, Torino…) al punto che ogni manifestazione, seminario o iniziativa pubblica del popolo pro-family deve essere presidiato e difeso dalle Forze dell’Ordine e dalla Digos.
La storia ha inizio il 20.11.12 con un decreto atto a istituire un Gruppo di Lavoro Nazionale che ospita 29 rappresentanti di associazioni LGBT e un tavolo interistituzionale con i rappresentanti dei vari ministeri. Dal predetto consesso vengono scientemente esclusi i rappresentanti delle associazioni familiari, dei docenti e dei genitori, nonostante l’educazione sessuale dei figli/allievi costituisca il tema centrale della discussione. Questo fatto risulta a maggior ragione inconcepibile se si considera che contemporaneamente (22/11/12) il Ministero dell’Istruzione approva un documento dal titolo eloquente: “Patto di corresponsabilità educativa tra genitori e scuola”.
L’anzidetto Gruppo di Lavoro Nazionale ha lo scopo di redigere una Strategia Nazionale contro le discriminazioni sull’orientamento sessuale e l’identità di genere per rispondere a una raccomandazione del Consiglio d’Europa. A fine Aprile 2013 partorirà il documento conclusivo, ma un mese prima produrrà un significativo atto in risposta a un questionario che lo stesso Consiglio d’Europa aveva inviato ai Paesi membri.

Si riportano qui di seguito i contenuti, l’analisi tecnica, i rilievi ai due documenti. Invitiamo pertanto il lettore a un’attenta lettura critica dei provvedimenti che, pur non avendo a tuttoggi ricevuto approvazione formale del Parlamento, producono i nefasti effetti soprattutto in ambito scolastico nei confronti di bambini e minori. Inutile aggiungere che, l’eventuale approvazione di una legge sull’omofobia, aggraverebbe il quadro generale di dittatura di una minoranza controversa quale quella LGBT.

La presente disamina si conclude con la richiesta di ritiro immediato del documento di Strategia Nazionale e il coinvolgimento di genitori e docenti nel rispetto del “Patto di corresponsabilità educativa tra genitori e scuola”.


Commenti alle: Risposte al Questionario sull’applicazione della Raccomandazione CM/REC(2010)5 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sulle misure dirette a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o l’identità di genere. (Marzo 2013-Gruppo di Lavoro Nazionale))

Il succitato documento è stato ultimato nel Marzo 2013, circa un mese prima che vedesse la luce la “Strategia nazionale …” del 29.04.13, e consente di affermare che:


1) L’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali facente parte del Dipartimento per le Pari Opportunità) collabora strettamente con l’OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori istituito presso la Direzione Centrale Polizia Criminale del Ministero degli Interni) per la segnalazione e la trattazione dei casi di discriminazione, tra cui quelli di omofobia e trans fobia. E’ stato sottoscritto tra i due uffici un protocollo d’intesa il 07.04.11.

2) L’OSCAD tra i propri compiti ha quello di ricevere, raccogliere e analizzare le segnalazioni di atti discriminatori legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere che vengono segnalati – anche da fonte anonima – all’apposito indirizzo di posta elettronica o ai fax dedicati. Ha inoltre il compito di attivare tempestivamente sul territorio interventi delle Forze di Polizia. Effettua momenti di consultazione con le associazioni LGBT. “Rettifica” la modulistica che crea discriminazioni.

3) Sia il Contact Center UNAR (col n° verde 800 90 10 10 e il sito www.unar.it), sia la e-mail oscad@dcpc.interno.it e i fax dedicati dell’OSCAD costituiscono strumenti per le vittime o i testimoni per l’eventuale denuncia di crimini d’odio ai danni delle persone LGBT.
L’istituzione dell’OSCAD consente a chiunque, anche in forma anonima, di inviare segnalazioni di atti discriminatori. Sarà a cura dell’OSCAD l’attivazione delle Forze dell’Ordine ai fini di un intervento tempestivo. L’UNAR provvede anche al monitoraggio sistematico dei massmedia e del web. Un vero e proprio stato di polizia che giungerà a completamento con l’approvazione della legge sull’omofobia.

4) La formazione specifica in ambito LGBT delle Forze dell’Ordine (Polizia e Carabinieri) è parte integrante del protocollo d’intesa di cui al punto 1 ed ha avuto luogo nel 2012, essendo altresì prevista per il 2013.

5) In ambito scolastico il documento richiama l’esistenza del numero verde nazionale attivato dal MIUR (800669696) per l’ascolto e la consulenza in caso di violenza e intolleranza. E’ inoltre richiamato il “Patto educativo di corresponsabilità” tra scuola, famiglie e studenti, unicamente per rammentare ai genitori che, in virtù del patto medesimo, risponderanno in prima persona dell’operato violento dei propri figli.

6) Lo stesso documento afferma che le discriminazioni sull’orientamento sessuale risultano superate : Per quanto attiene alle discriminazioni nei confronti delle persone transessuali e transgender, infatti, la Corte di Giustizia delle Comunità Europee, con sentenza C-13/94 del 30 aprile 1996 ha riconosciuto che si applicano le disposizioni introdotte dalla Direttiva 1976/207/CE relativa alla parità tra uomo e donna (recepita in Italia con la Legge 9 dicembre 1977, n. 903, in seguito modificata e integrata dalla Legge 125 del 10 aprile 1991). Pertanto il campo d'applicazione del principio della parità di trattamento tra uomini e donne deve considerarsi esteso anche alle discriminazioni nei confronti delle persone transessuali e transgender.

7) Anche in ambiente di lavoro il documento riconosce che è già stata ampliata la tutela a tutte le forme di discriminazione: Si intende segnalare l’innovazione introdotta con la legge del 4 novembre 2010, n. 183, (c.d.Collegato lavoro) che ha istituito i Comitati unici di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (CUG), nell’ambito del contrasto delle diverse forme di discriminazione nell’ambito lavorativo del settore pubblico.
L’art. 21 del “Collegato lavoro” ha introdotto questo organismo che raccoglie le competenze precedentemente attribuite in forma distinta ai Comitati per le pari opportunità ed ai Comitati paritetici sul mobbing, previsti dai contratti collettivi. Tale previsione amplia la tutela a tutte le forme di discriminazione, in quanto è compito delle pubbliche amministrazioni garantire “parità e pari opportunità tra uomini e donne e l’assenza di ogni forma di discriminazione, diretta e indiretta, relativa al genere, all’età, all’orientamento sessuale, alla razza, all’origine etnica, alla disabilità, alla religione o alla lingua, nell’accesso al lavoro, nel trattamento e nelle condizioni di lavoro, nella formazione professionale, nelle promozioni e nella sicurezza sul lavoro”.

Commenti al documento: “Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”
(approvato dal Dipartimento delle Pari Opportunità il 29.04.13)

Di seguito si indicheranno le ragioni tecniche e di contenuto per le quali il suddetto documento è di inaudita gravità, contraddittorio nonché irrispettoso del Popolo italiano e delle Istituzioni che lo rappresentano.

1. Il documento in esame non è stato sottoposto in alcun modo a un voto del Parlamento ai fini della sua approvazione;
2. Il documento è stato adottato quando il Governo Monti era dimissionario da oramai 4 mesi e poteva gestire solo l’ordinaria amministrazione;
3. Il Governo Monti era di natura squisitamente tecnica e non aveva altri compiti se non quello di traghettare l’Italia fuori dalla crisi economica;
4. Proprio in virtù del punto precedente, il Dicastero delle Pari Opportunità era stato cancellato ed affidato come Dipartimento in delega al Ministero del Lavoro;
5. Infine il Governo politico precedente aveva deliberatamente ritenuto di non dovere/volere assumere alcun provvedimento per recepire la Raccomandazione del Consiglio Europeo del 31.03.2010.
Venendo invece ai contenuti, si elencano le molteplici ragioni per cui il documento deve essere immediatamente dichiarato privo di valore e ritirato:

1) GENITORI ESCLUSI. L'educazione sessuale dei figli compete ai genitori e può essere in parte demandata ai docenti solo previo consenso dei primi. Questo principio costituzionale, riconosciuto anche dai documenti di raccomandazione della UE, è ribadito anche all'interno del vigente documento di "Strategia Nazionale..." (approvato il 29.04.13) che a pag. 15 recita: "...Risulta peraltro irrinunciabile la partnership educativa tra famiglia e scuola...". Inutile dire che il principio è stato del tutto disatteso: nessun gruppo/associazione familiare è stato infatti invitato a far parte del gruppo di lavoro (GdL) per la stesura dello stesso (vedi decreto di costituzione del GdL del 20.11.12).

2) DOCENTI ESCLUSI MA INDOTTRINATI. Oltre alla prima agenzia educativa (la famiglia) è stata esclusa anche la seconda (la scuola). Nella stesura del succitato documento di "Strategia Nazionale..." non sono state interpellate nemmeno le associazioni professionali dei docenti che hanno invero costituito il target dell'operazione di indottrinamento ideologico (che - secondo il documento - "spazia dalla scuola materna fino all'università della terza età".

3) IDEOLOGIA ANZICHE' SCIENZA. Chi volesse approfondirne origine e storia dell'ideologia del Gender può leggere la storia del padre nobile (Kinsey): un entomologo (studioso d'insetti) che si dilettò a studiare la sessualità umana in particolari categorie di persone provenienti da carceri e scuole a rischio. L'entomologo pervenne alla conclusione che la sessualità è una realtà che presenta due estremi, l'omosessualità e l'eterosessualità, mentre il punto medio - che dunque rappresenta la normalità nell'individuo - è la bisessualità.

4) LGBT IN CATTEDRA. Una volta esclusi i genitori e i docenti dei ragazzi, sono di converso state invitate a far parte del GdL esclusivamente 29 associazioni LGBT che rappresentano una sparuta minoranza della società. Realtà che altro non sono se non l'espressione di un'ideologia (quella del Gender) priva di una vera base scientifica. Siamo pertanto di fronte al più classico esempio di "dittatura della minoranza" che impone un indottrinamento acritico e generale della società tutta, senza che questa possa neanche esprimersi a riguardo.

5) CORRESPONSABILITA' EDUCATIVA DEI GENITORI CALPESTATA. Negli stessi giorni (20.11.12) in cui al Dipartimento delle Pari Opportunità (DPO) costituiva il GdL con 29 associazioni LGBT, con sprezzo del ridicolo il Ministero dell'Istruzione (MIUR) diramava (22.11.12) le "Linee di Indirizzo sulla Partecipazione dei Genitori e Corresponsabilità Educativa". Che il MIUR fosse a conoscenza dell'operato del DPO, ne è prova il fatto che lo stesso MIUR faceva parte del Tavolo di Coordinamento Interistituzionale appositamente attivato per la stesura della "Strategia Nazionale...".

6) EFFETTI PERVERSI DELLA STRATEGIA NAZIONALE. Il documento di "Strategia Nazionale..." approvato dal DPO il 29.04.13, peraltro mai avallato da un voto del Parlamento, è dunque stato elaborato in assenza di rappresentanti delle due agenzie educative riconosciute dalla società (Famiglia e Scuola). I suoi nefasti effetti non hanno però tardato a farsi sentire sul territorio con l'attivazione di corsi sull'ideologia Gender per docenti (Liceo Gritti di Mestre) con indottrinamento di alunni/studenti; attraverso la circolazione di libretti ideologici (Piccolo Uovo; Il segreto di mio papà ...); grazie alle rappresentazioni teatrali per scuole medie (Torino) etc. Il documento prevede anche l'accreditamento di associazioni LGBT ai fini della formazione nelle scuole.

7) FINANZIAMENTI OCCULTI. Nonostante tutti i punti di cui sopra e la cronica carenza di fondi per le attività della scuola, nelle maglie dell'ultimo decreto scuola, convertito nel Novembre u.s. in legge, è stato surrettiziamente allocato un finanziamento di 10 milioni di euro per supportare anche l'indottrinamento dei docenti sull'ideologia del Gender. Il contribuente ignaro si troverà pertanto a dover pagare l'indottrinamento dei propri figli in materia di "educazione alla sessualità" da parte di chi possiede idee del tutto originali ed opinabili dai punti di vista biologico, sociale ed etico.

8) ANACUSIA ISTITUZIONALE. Nonostante le allarmanti preoccupazioni sull'argomento, manifestate con lettera del FORAGS (Forum Regionale Genitori Scuola) lombardo al direttore regionale (15.04.13) e del FONAGS (Forum Nazionale Genitori Scuola) al Ministro Carrozza (12.11.13), non è stato ancora dimostrata attenzione istituzionale alla delicata questione.


A fronte dei punti di cui sopra si richiedono sulla questione "educazione alla sessualità"
i seguenti interventi con urgenza:

1) Il ritiro immediato del documento "Strategia Nazionale..." e la cancellazione di tutti i suoi effetti
2) l'attivazione di un panel scientifico "bilanciato" che affronti la questione del reale fondamento scientifico dell'ideologia del Gender
3) in seconda battuta l'attivazione di un GdL delle associazioni familiari e del FONAGS
4) contestualmente un GdL delle associazioni più rappresentative dei docenti
5) un GdL misto genitori-docenti che consenta l'interattività tra le due agenzie educative
6) presentazione finale dei risultati dei lavori svolti.

07 dicembre 2013


Libertà d’espressione negata a chi difende la famiglia?
di -


L'avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, definisce una "emergenza democratica" il clima di intolleranza ideologica delle lobby omosessuali

ROMA, 03 Dicembre 2013 (Zenit.org) - Alcuni settori della società civile italiana lanciano un grido d’allarme. La libertà d’espressione - ammoniscono - è seriamente minacciata. Si è tenuta ieri a Roma, presso una sala del Senato, una conferenza stampa indetta da varie associazioni per denunciare pubblicamente il clima di “intolleranza ideologica che negli ultimi mesi grava nei confronti di chi vuole difendere pubblicamente la famiglia naturale”. Clima penetrato anche all’interno dei Palazzi istituzionali, come testimonia il “diktat del sindaco di Roma Ignazio Marino, che ha impedito lo svolgimento di una conferenza in Campidoglio” volta a mettere in discussione la cultura del gender. Uno dei relatori, l’avvocato Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la Vita, non ha esitato a ritenere questo episodio oltre “il livello di guardia delle garanzie liberali nel nostro Paese”, tale da determinare “una vera e propria emergenza democratica”. Di queste preoccupazioni ZENIT ne ha parlato con lo stesso avvocato Amato, che si è inoltre espresso, nell’intervista che segue, anche in merito al recente risultato referendario croato e alla legislazione della Federazione Russa. Segnali, questi ultimi, in controtendenza rispetto a ciò che sta avvenendo in Occidente.
***
Avvocato Amato, dal comunicato stampa della conferenza di lunedì emerge che si è recentemente manifestato un vero e proprio asse dell’intolleranza delle lobby omosessuali che si snoda tra Milano, Verona, Torino e Roma. Cos’è successo in queste città?
Amato: Si sono registrati gravissimi episodi di intolleranza, censura e persino aggressioni (come dimostra un caso a Casale Monferrato). Da mesi i Giuristi per la Vita continuano a mettere in guardia politici ed opinione pubblica sul fatto che l’attuale pericolosa deriva intollerante della lobby omosessualista stia gravemente minando una delle libertà fondamentali della nostra Costituzione, ovvero la libertà di opinione, pilastro del sistema democratico su cui si fonda la civiltà liberale dell’Occidente. Gli odiosi episodi di intolleranza che continuiamo a denunciare rappresentano, in senso culinario, l’amuse-bouche di quello che ci attende nella denegata e malaugurata ipotesi in cui dovesse essere definitivamente approvato al Senato il disegno di legge contro l’omofobia e la transfobia già approvato alla Camera dei Deputati e ora in discussione al Senato. Non siamo neppure all’antipasto. Tutti i recenti episodi di intolleranza da parte di esponenti dell’ideologia omosessualista sono l’indicatore della grave emergenza democratica che sta vivendo il nostro Paese sul versante delle libertà di pensiero e di credo religioso, garantite e tutelate dagli articoli 21 e 19 della Costituzione. Non è più tollerabile l’ingiurioso coro di insulti e improperi indirizzati dalla furia ideologica e dal cieco fanatismo delle Erinni omosessualiste nei confronti di chi osa esprimere posizioni diverse. Non è più tollerabile che chi sostiene l’unicità della famiglia eterosessuale, il divieto di adozione di minori per coppie dello stesso sesso, e dà dell’omosessualità un giudizio morale di riprovazione, venga trattato alla stessa stregua dei negazionisti dell’Olocausto, dei sostenitori dell’Apartheid, o dei fiancheggiatori del Ku Klux Klan. È giunto il momento, quindi, di lanciare un preoccupato appello alle Istituzioni e alle Autorità del nostro Paese, affinché vengano immediatamente adottati tutti i più opportuni provvedimenti per fermare questa inquietante ondata di odio e violenza nei confronti di chi si oppone ad interventi legislativi volti al riconoscimento di una ingiusta ed ingiustificata tutela giuridica privilegiata in ragione dell’orientamento sessuale.
Quali sono le ragioni che spingono gruppi politici e mezzi di comunicazione di massa a diventare persino antidemocratici pur di imporre il matrimonio omosessuale e le relative adozioni?
Amato: Non dobbiamo essere così ingenui da non vedere un disegno culturale ben preciso e orchestrato: quello di distruggere la visione antropologica dell’uomo che la nostra società ha ereditato dalla civiltà greco-romana nella versione illuminata dal cristianesimo. Matrimonio, adozioni, famiglia erano istituti già noti nell’antichità e riconosciuti come dati oggettivi e naturali, quindi non modificabili attraverso interventi normativi dell’uomo. Quando l’ideologia iconoclasta si unisce al business spregiudicato e cinico, si ottiene il cocktail micidiale che sta dietro all’intolleranza omosessualista.
Non crede che la risposta alle provocazioni di certi gruppi omosessuali altro non faccia che fornirgli ulteriore pubblicità?
Amato: Lo dicevano anche alcuni esponenti del mondo cattolico - particolarmente benevoli con il regime dell’epoca - di fronte agli episodi di intolleranza dello squadrismo fascista contro gli esponenti dell’Azione Cattolica, che indussero quel grande Papa che fu Pio XI a lanciare un accorato appello nella lettera enciclica Non Abbiamo Bisogno del 29 giugno 1931. Sappiamo tutti come è andata a finire. Di fronte all’aggressione, alla prepotenza e all’intolleranza non si può tacere. Sarebbe immorale.
Sono tanti gli omosessuali che non si riconoscono, né si sentono rappresentati da gruppi molto ideologizzati. Non bisognerebbe forse dar loro più spazio e visibilità?
Amato: Chi vive quella particolare condizione in maniera seria non avverte l’esigenza di un particolare esibizionismo. Il cosiddetto coming out è diventato una moda stupida prima ancora che fastidiosa. La dimensione sessuale di una persona rappresenta un delicato aspetto privato che ciascuno gestisce liberamente tra sé e la propria coscienza. Non è giusto farne oggetto di un pubblico dibattito, né si può costringere la gente ad ostentare il proprio personale orientamento sessuale.
La storia insegna che anche le più esecrande ideologie, allorquando foraggiate da una propaganda capillare, riescono a creare opinione di massa e persino assumere riconoscimenti legali. È questo il destino verso cui sono lanciate le pretese delle lobby omosessuali?
Amato: Goebbels docet! Anche la sciagurata legge contro l’omofobia che andrà tra poco in discussione al Senato risponde a questa logica. Si vuole, infatti, introdurre attraverso la forza pedagogica della legge, l’idea che eterosessualità ed omosessualità siano condizioni naturali paritarie, anzi che l’omosessualità meriti un plusvalore a livello giuridico, un quid aggiuntivo a livello di tutela legale rispetto all’eterosessualità. Questo sarebbe l’obiettivo delle lobby omosessualiste e contro tale obiettivo liberticida ed illiberale si impone a tutti gli uomini di buona volontà il dovere morale di opporsi.
In Croazia è stato approvato un referendum per far scrivere nella Costituzione che il matrimonio è tra un uomo e una donna. Sono state 750mila (su una popolazione di 4milioni e mezzo) le persone che hanno firmato per promuoverlo. Nonostante il vasto appoggio popolare, il governo ha usato tecniche di intimidazione, minacce e disinformazione, pur di impedire che la gente votasse a favore del referendum. Un cappellano universitario è stato minacciato di morte e sulla rete i messaggi favorevoli al referendum venivano cancellati da un circuito di hacker. Qual è il segnale che ci giunge dalla Croazia?
Amato: In Croazia si è vinto un referendum storico, in cui a prevalere è stata la ragione umana. Quanto accaduto dimostra che non esistono battaglie perse in partenza, ma che occorre continuare a combattere. Ce lo ha mirabilmente ricordato Sua Santità Papa Francesco nella sua ultima esortazione Evangelii Gaudium al punto 85: “Una delle tentazioni più serie che soffocano il fervore e l’audacia è il senso di sconfitta, che ci trasforma in pessimisti scontenti e disincantati dalla faccia scura. Nessuno può intraprendere una battaglia se in anticipo non confida pienamente nel trionfo. Chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. Anche se con la dolorosa consapevolezza delle proprie fragilità, bisogna andare avanti senza darsi per vinti”.
Spostiamoci ancor più a Est, per parlare della Russia. Come valuta la decisione del Cremlino di rifiutare l’adozione di bambini russi a tutti i Paesi che hanno approvato le adozioni omosessuali?
Amato: La Russia si sta rivelando l’ultimo baluardo in difesa di quella concezione antropologica che ho ricordato all’inizio. Lì fortunatamente la fede cristiana, garante di quella concezione, rappresenta un vero collante culturale del popolo russo. Le reazioni isteriche che si registrano in Occidente rispetto alle sacrosante iniziative del governo e del parlamento russo, sono una garanzia della loro bontà.

29 November, 2013

Contro l’intolleranza ideologica
di - LA STAMPA.it


L’Associazione Famiglia Domani, l’Associazione Famiglie Numerose Cattoliche, i Giuristi per la Vita e il Movimento Europeo per la Difesa della Vita (Mevd) indicono una conferenza stampa lunedì 2 dicembre, alle ore 11, presso la Sala Capitolare del Chiostro di S. Maria sopra Minerva, appartenente al Senato della Repubblica (Piazza della Minerva, 38), per denunciare l’intolleranza ideologica che si è manifestata negli ultimi mesi contro tutti coloro che intendono difendere pubblicamente la famiglia naturale.

marco tosatti

L’Associazione Famiglia Domani, l’Associazione Famiglie Numerose Cattoliche, i Giuristi per la Vita e il Movimento Europeo per la Difesa della Vita (Mevd) indicono una conferenza stampa lunedì 2 dicembre, alle ore 11, presso la Sala Capitolare del Chiostro di S. Maria sopra Minerva, appartenente al Senato della Repubblica (Piazza della Minerva, 38), per denunciare l’intolleranza ideologica che si è manifestata negli ultimi mesi contro tutti coloro che intendono difendere pubblicamente la famiglia naturale.

A parlare di quello che gli organizzatori del convegno definiscono “un pesante clima di intimidazione che grava nei confronti di chi vuole mettere in discussione, seppur in maniera civile e scientifica, le tesi degli ideologi del gender”, saranno l’avv. Claudio Vitelli per l’Associazione Famiglia Domani, il dr. Vittorio Lodolo D’Oria per l’Associazione Famiglie Numerose Cattoliche, l’avv. Gianfranco Amato per i Giuristi per la Vita, il cons. Alberto Zelger per il Mevd.

“Episodi di violenza verbale e fisica e una vera e propria censura da parte delle lobby LGBT si sono già registrate a Milano, Verona, Torino, Roma, dove oltre alla contestazione, si è cercato di impedire, a volte riuscendoci, lo svolgimento di conferenze e convegni in cui si difendeva la famiglia naturale fondata sul matrimonio. Tutto ciò, senza che ci sia stato grande scandalo sui media nazionali. Un motivo per reagire e far sentire la propria voce, rivendicando piena libertà di espressione”. L’accenno è al voltafaccia del sindaco di Roma, Ignazio Marino, che prima ha concesso e poi revocato l’uso della Sala della Protomoteca per lo svolgimento di un importante convegno sulla Famiglia


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