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23 April, 2015

Fermate la Cirinnà: 40 associazioni scrivono a Renzi
di - Bussolo Quotidiana


Quaranta associazioni e comitati hanno inviato una lettera aperta a Matteo Renzi per comunicargli il netto dissenso da ciò che prevederebbe l’eventuale legge Cirinnà, con l’istituzione delle unioni di fatto e delle convivenze. La contrarietà è motivata da ragioni giuridiche, storiche e ideali. In particolare, i firmatari sottolineano la grave incoerenza ideale del premier ed auspicano un serrato dialogo sulla materia, che, notano, è esclusivamente di carattere nazionale e non europeo (l’Europa non ha competenze in materia di famiglia). Questo il testo della lettera firmata dalle 40 associazioni.

Egregio Presidente,

ci permettiamo di scriverLe nella Sua qualità di Premier e di Segretario del Partito Democratico. Ci riferiamo alla recente decisione della Commissione Giustizia del Senato che, a maggioranza, ha espresso il primo sì al ddl Cirinnà, il quale, al di là di ogni equilibrismo linguistico, introdurrebbe nel nostro Paese il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Desideriamo esprimerLe il totale nostro dissenso da tale provvedimento per molti motivi, che qui sintetizziamo in alcune osservazioni.

1. Sotto l’aspetto giuridico, non possiamo non sottolineare come il ddl in questione sia palesemente anticostituzionale sulla base di quanto previsto dall’art.29 della Costituzione. I proponenti del ddl dovrebbero avere il coraggio di chiedere la riforma della Costituzione prima di sottoporre al Senato un tale progetto che rappresenta l’ideologia di una elite minoritaria e non il pensiero profondo (e finora silenzioso) della maggioranza del popolo italiano. 2. Le confidiamo la nostra sorpresa nel constatare come Lei non rilevi la contraddizione tra la Sua formazione culturale, a cui più volte ha fatto esplicito e pubblico riferimento, e una legislazione che, come abbiamo visto, non è solo contraria alla Costituzione “più bella del mondo”, ma anche ai più elementari principi di umanità ed alla storia ultramillenaria della nostra civiltà.Appoggiare il ddl Cirinnà significa, di fatto, ed al di là di ogni intenzione, sostenere il poderoso attacco che viene portato alla famiglia, che la stessa proponente del ddl, durante una seduta della Commissione, ha dichiarato ufficialmente di voler “sgretolare”.

3. Se il ddl dovesse disgraziatamente diventare legge dello Stato, si aprirebbe inevitabilmente la strada alla legalizzazione delle adozioni da parte di coppie omosessuali, e alla pratica disumana dell’“utero in affitto”, visto che, con buona pace di tutti, nessun bambino e nessuna bambina potranno mai nascere da una coppia omosessuale. La ragione che ci spinge a scriverLe non è la volontà di negare a qualcuno dei diritti che sono già garantiti dall'ordinamento giuridico vigente, ma al contrario di difendere i diritti dei più deboli, i bambini e le donne, che sarebbero gravemente vulnerati dalla trasformazione in legge del ddl Cirinnà.

Motivi di carattere umano, antropologico, educativo ed etico dovrebbero indurLa a riconsiderare e bloccare una legislazione che non è legata ad alcuna emergenza sociale e che non può essere richiesta dall'Ue, dato che quest'ultima non ha alcuna competenza in tema di famiglia. Confidiamo che la nostra franchezza possa dare lo spunto ad un confronto basato su solide ragioni giuridiche ed umane, oltre ogni pregiudizio ideologico.

Con i più rispettosi ossequi

Comitato Famiglia Educazione e Libertà, Giuseppe Zola

AGAPO, Associazione di Genitori e Amici di Persone Omosessuali, Giuseppe Tonnarelli (Consiglio direttivo)

AGE, Associazione Italiana Genitori, Fabrizio Azzolini (Presidente)

Alleanza Cattolica, Silvia Introvigne

AMCI, Associazione Medici Cattolici Italiani, Massimo Gandolfini

AMCI, Associazione Medici Cattolici Italiani, Pesaro, Paolo Marchionni (Presidente)

Associazione Amici CAV Mangiagalli di Milano, Gherardo Fiume

Associazione Difendere la Vita con Maria, Maurizio Gagliardini (Presidente)

Associazione Famiglie Numerose Cattoliche, Vittorio Lodolo D’Oria (Presidente)

Associazione Nonni 2.0, Pierluigi Ramorino (Presidente)

Associazione Obiettivo Chaire, Guido Testa

Associazione ProVita Onlus, Alessandro Fiore

Associazione Scienza & Vita Lunigiana, Cristian Ricci

Associazione Scienza & Vita, Pesaro, Fano e Urbino, Paolo Marchionni (Presidente)

Associazione Scienza & Vita, Brescia, Massimo Gandolfini

Associazione Scienza & Vita, Milano, Nicola Natale (Presidente)

Associazione Vita è, Massimo Gandolfini

Associazione La Bottega dell’Orefice-Lombardia, Maria Boerci (Presidente)

Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, Roma, Gonzalo Miranda, Professore Ordinario, Facoltà di Bioetica

Centro di Aiuto alla Vita, Casale Monferrato, Ferrari Silvia (Presidente)

Centro di Aiuto alla Vita, Santena, Matteo Bevilacqua (Presidente)

Centro di Aiuto alla Vita verbanese, Laura Cristofari (Presidente)

Comitato Articolo 26, Carlo Stacchiola

Comitato Famiglia Educazione e Vita, Paola Contaldi e Silvia Meini

Diesse Lombardia, Mariella Ferrante (Presidente)

Fondazione Novae Terrae, Luca Volontè

Guai a chi tocca i bambini, Alberto Cerutti (Referente)

La Manif Pour Tous Italia, Jacopo Coghe (Presidente)

La Manif Pour Tous Italia, circolo territoriale Milano, Silvia Avanza

MEVD-Movimento Europeo per la Difesa della Vita e della Dignità Umana, Alberto Zelger (Presidente)

Movimento Cristiano Lavoratori (MCL) La Spezia, Francesco Bellotti (Presidente)

Movimento per la Vita, Biella, Giovanni Ceroni (Presidente)

Movimento per la Vita, Casale Monferrato, Margherita Borsalino

Movimento per la Vita, Chivasso, Luigi Cipolla (Presidente)

Movimento per la Vita, Fano, Maria Pia Ambrosini (Presidente)

Movimento per la Vita, Treviso, Orietta Busatto (Presidente)

Opera Casa Betlemme, Arezzo, Flora Gualdini (Fondatrice)

Serena Cortinovi, pedagogista, insegnante

SIDEF, Sindacato delle FAMIGLIE Onlus, Patrizia Rivera

U.G.L. Lombardia, Luigi Recupero (Segretario Regionale)

21 April, 2015

Honoris causa a Kiko Argüello dalla Catholic University of America
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Il dottorato anche a Carmen Hernández come riconoscimento per l'opera compiuta dal Cammino Neocatecumenale negli Stati Uniti e nel mondo

ROMA, 15 Aprile 2015 (Zenit.org) - Sabato 16 maggio 2015, la Catholic University of America (CUA), conferirà a Francisco José Gómez de Argüello Wirtz (Kiko) e a María del Carmen Hernández Barreda, iniziatori del Cammino Neocatecumenale, le lauree honoris causa.
La decisione ha una particolare rilevanza come riconoscimento dell’opera di Kiko e Carmen attraverso il Cammino negli Stati Uniti e nel mondo, perché la Catholic University of America è l’unica Università Pontificia negli Stati Uniti e opera sotto la sorveglianza diretta della Conferenza Episcopale Statunitense e della Santa Sede.
Le lauree ad honorem per Kiko e Carmen erano già state proposte alcuni anni fa e sono state decise recentemente dopo l’incontro del Papa con il Cammino Neocatecumenale il 6 Marzo scorso, quando Francesco – inviando 250 famiglie in missione – ha definito il Cammino Neocatecumenale “un vero dono della Provvidenza alla Chiesa dei nostri tempi”.
Per Kiko si tratta della terza laurea honoris causa. Il primo fu quello conferitogli nel 2009 dall’Istituto Giovanni Paolo II per Matrimonio e Famiglia di Roma, voluto dallo stesso Pontefice in seno alla Università Lateranense.
Nella laudatio del prof. José Noriega, la decisione venne motivata soprattutto dal fatto che "in un momento di crisi e disorientamento da parte di molti, l’accoglienza senza riserve della enciclica profetica di Paolo VI Humanae Vitae da parte delle famiglie del Cammino è stata una autentica testimonianza per l’intera Chiesa"; il Cammino, inoltre, ha “aperto una via per reintrodurre nella famiglia una liturgia domestica…per trasmettere la fede alle nuove generazioni”; e, infine, perché “nel contesto della secolarizzazione di grandi zone della terra in cui la fede è in pericolo di spegnersi come una fiamma che non trova più dove nutrirsi", il Cammino Neocatecumenale ha saputo "rendere presente Dio in un modo singolare…attraverso la testimonianza delle famiglie in missione (missio ad gentes)".

Nel 2013, Kiko ha ricevuto pure il dottorato in Teologia dall’Università di Lublino (Polonia) per aver “iniziato una formazione spirituale post battesimale, chiamata universalmente Cammino Neocatecumenale, eccezionalmente preziosa per il mondo contemporaneo che, con forma di iniziazione cristiana, porta in tutto il mondo un’azione evangelizzatrice...”. Nella laudatio, il prof. Stanisław T. Zarzycki ha presentato Kiko “come un profeta del nostro tempo”.

Il conferimento della laurea honoris causa a Carmen sottolinea il suo contributo fondamentale alla formazione della sintesi teologico-catechetica del Cammino.
Negli Stati Uniti Kiko e Carmen introdussero il Cammino nel 1974, quando vennero invitati a New York dall’incaricato della liturgia per la diocesi di Brooklyn, mons. James Donegan che, rimasto impressionato dai canti composti dall'ex pittore spagnolo, lo invitò a parlare all’università sulla musica sacra.
Kiko approfittò di questo invito per proporre il Cammino Neocatecumenale nelle parrocchie e venne accolto anche dal cardinal Cooke, che gli permise di visitare le parrocchie di New York. Padre Vincent Resta, parroco della parrocchia di Saint Columba al centro di Manhattan, dopo avere sentito Argüello esporre il senso dell'itinerario neocatecumenale, disse semplicemente: “Quando cominciamo?”. Il sacerdote aveva visto infatti nelle parole di Kiko e di Carmen una soluzione per le coppie e le persone in situazioni moralmente irregolari per le quali lui, come responsabile del Cursillo, non aveva una risposta pastorale.
Attualmente negli Stati Uniti il Cammino è presente in 82 diocesi e in 350 parrocchie con circa 1.000 comunità. I vescovi di 8 diocesi (Boston, Washington D.C., Newark, Philadelphia, Denver, Dallas, Miami e Guam) seguendo l’esempio di San Giovanni Paolo II, hanno eretto dei Seminari diocesani missionari Redemptoris Mater dove stanno studiando circa 250 seminaristi. Fino ad oggi sono stati già ordinati 180 presbiteri preparati in questi seminari.



Cardinale Vallini:
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Per il terzo anno consecutivo parte a Roma l'iniziativa del Cammino Neocatecumenale, con il tema "la Grande missione nell'anno della Misericordia". Oggi l'invio a San Paolo fuori le Mura

ROMA, 18 Aprile 2015 (Zenit.org) - Kiko Argüello lo definisce “un privilegio concesso da Dio”. Il cardinale Vallini “un miracolo” che si compie nelle strade della Capitale. Entrambi sono comunque d’accordo che l’iniziativa “Missione nelle 100 piazze” - che per il terzo anno consecutivo le comunità del Cammino Neocatecumenale realizzano nelle cinque domeniche dopo Pasqua in ogni parte del mondo - sia una grazia per le città e le persone coinvolte.
I frutti, d’altronde, parlano chiaro: “Con questa missione di strada abbiamo salvato molta gente”, ha dichiarato Kiko a ZENIT, a margine dell’incontro di oggi nella basilica di San Paolo fuori le Mura, durante il quale il cardinale Vicario ha ‘inviato’ le circa 500 comunità della Diocesi di Roma. “Ci sono state molte conversioni – ha spiegato l’iniziatore dell’itinerario neocatecumenale -, molte persone che stavano sul punto di suicidarsi che hanno ricevuto una parola. Abbiamo parlato loro di Cristo e hanno trovato sollievo. Con le comunità di tutto il mondo siamo andati in 10 mila piazze”.
Tra queste, 100 erano piazze di Roma: dai piazzali di quartiere fino agli spazi più importanti e conosciuti come piazza Risorgimento, Villa Borghese, piazza del Popolo, piazza Bologna, piazza della Repubblica, piazza Re di Roma ecc.
Vallini ha voluto incoraggiare fortemente la terza edizione di questa iniziativa missionaria, nata inizialmente come proposta del Cammino per l’Anno della Fede e poi reiterata negli anni successivi. Soprattutto in questo importante anno che la Chiesa si prepara a vivere attraverso il Giubileo della Misericordia (la “Grande missione nell’anno della Misericordia” è infatti il filo conduttore di quest’anno), non poteva mancare un evento che implicasse l’annuncio del Vangelo per strada, magari in quelle periferie verso cui indirizza continuamente Papa Francesco.
Perché l’annuncio di Cristo Risorto è “l'unica vera bella notizia”, ha rimarcato Kiko, oltre che l’unico mezzo di salvezza per l’uomo. Ed essa si realizza proprio attraverso quella che San Paolo definiva “la stoltezza della predicazione”. Questa notizia, fulcro di tutto il cristianesimo, è che “Dio non ha abbandonato l'uomo a se stesso”, in preda al peccato e ad una “morte ontica”, ma “ha mandato Suo Figlio Gesù Cristo per creare un nuovo essere. Lui si è offerto per noi perché noi non moriamo mai più”, ha gridato Argüello afferrando la croce astile.
Ma com’è possibile dare questa notizia alla città di Roma? Una città – ha evidenziato il cardinale Vallini - che oggi “soffre tanto” per la disoccupazione giovanile, per la criminalità, per questo “esodo biblico” di immigrati disperati.
Si deve dare “con la vita”, ovvero con una testimonianza tangibile di quella serenità che solo l’incontro di Cristo può dare, ha detto il porporato ricordando le parole di San Francesco ai suoi frati: “Predicate il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le parole”. Pure Pietro, dopo tutti i suoi “guai”, in piazza non fa una catechesi ma “racconta la sua esperienza di Gesù”, ha rammentato il cardinale.
Perciò anche un piccolo gruppo di giovani che cantano e danzano, un’anziana seduta in piazza sotto il sole, famiglie con tanti bambini, persone “unite” anche senza un legame parentale, possono essere un segno per una società dal cuore così indurito.
Proprio questo, è secondo il Vicario di Roma, il male del nostro tempo: “La durezza di cuore… Talvolta l'annuncio non va, non si realizza per questo…”. E anche chi annuncia, ha ammonito il cardinale Vicario, “non deve sentirsi a posto”, sicuro di aver “fluidificato il proprio cuore, rendendolo capace di fare miracoli”. Perché c’è sempre un “nemico che lavora”.
Allora prima di scendere in piazza, “è bene che ognuno si domandi: Che cuore ho io? Gesù potrebbe dire di me ‘hai il cuore duro?’”, ha raccomandato Vallini alle diverse comunità neocatecumenali. Con questo atteggiamento andiamo nelle piazze, ma anche “nei luoghi di lavoro, nei quartieri, nelle stesse comunità…” - ha soggiunto - per non diventare “cristiani silenziosi, paurosi, ma crstiani che abbiano l’umile coraggio di vivere una vita che sappia suscitare domande”.
Oltre a tutto questo, ha proseguito il porporato, “ricordiamo di essere ‘inviati’”, convinti cioè “che questo andare non è nostro ma è Gesù che ci manda”. “Cristo è con noi, vive nella nostra città! Questa deve essere la certezza”, ha chiosato Vallini. Solo “con questa umiltà” l’annuncio potrà essere “luce, forza, potenza, medicina che scioglie il cuore”.
Il cardinale ha quindi concluso ribadendo la propria gratitudine a Kiko Argüello: “Ci conosciamo da più di 40 anni e ci vogliamo bene. Soprattutto siamo grati al Signore per quello che opera attraverso di lui”. Il “grazie” più grande, pieno di “ammirazione” e con una punta di bonaria “invidia”, l’ha tuttavia rivolto alle comunità del Cammino Neocatecumenale “per la forza della vostra testimonianza”. “Mi consola essere qui oggi – ha concluso Vallini – perché vuol dire che ho risolto tutti i problemi di Roma. Con tutti questi fratelli che annunceranno il Signore nelle piazze Roma è salva!”.


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