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26 March, 2012

Relazione del presidente all’assemblea FNC 2012
di - FNC


Come ogni anno la mia relazione ai soci desidera evidenziare le tematiche proposte dal Santo Padre o dal magistero della chiesa, confrontate con i nostri fini statutari.
La nostra associazione FNC per statuto (e non solo per quello) desidera seguire i dettami della Chiesa nella convinzione di essere chiamati ad una missione: diventare dei “Testimoni di Cristo speranza delle genti”.

L’INCARNAZIONE, LA TESTIMONIANZA E LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE
Le continue sollecitazioni che il Santo Padre ha rivolto lo scorso anno, prima e dopo la creazione del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, mi hanno spinto a meditare come la Nuova Evangelizzazione fosse per FNC una straordinaria occasione e una bellissima opportunità per mettere a disposizione le nostre famiglie a questo progetto e come potremmo essere in grado di operare a questa nuova evangelizzazione.
La tipologia delle nostre famiglie è di avere molti figli; in quest’ottica ho voluto vedere come questa nostra caratteristica avrebbe potuto mettersi al servizio della nuova evangelizzazione.
La risposta è stata che le famiglie FNC possono essere credibili perché testimoniano con la propria vita una spiritualità di accoglienza e di generosità interiore che non viene da noi ma da Dio.
“Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi” (2Corinzi 4,7).

L’INCARNAZIONE

Il primo capitolo di Giovanni “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Giovanni 1,14) pone subito degli interrogativi riguardanti l’incarnazione di Dio:
Perché il Verbo si è fatto carne? Che senso ha che Dio divenga uomo? È proprio necessario? Non ci sono altri modi per aiutare gli uomini senza abbassarsi fino a loro? Perché questa strada e non un'altra, magari meno umiliante? Perché un Dio sceglie di prendere la nostra carne mortale essendo Lui Immortale? Perché Dio sceglie per suo Figlio questo modo così particolare e strano, di così difficile comprensione alla nostra mente? Se Dio ha scelto questo mezzo certamente è il migliore per noi anche se non lo capiamo: “stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo” (Salmi 138,6).
Credo che per capire l’incarnazione dobbiamo per un attimo disfarci di quell'ottica che ci porta a vedere in Gesù Bambino un bimbo nato al freddo e al gelo (cosa di per sé bellissima e molto verosimile) piuttosto che il Figlio di Dio fatto uomo, quasi che il freddo e il gelo siano la cosa più importante da prendere in considerazione rispetto all’incarnazione.
L’incarnazione va vista in un’ottica salvifica e non pietistica, e di testimonianza credibile: la carne rende visibile e sperimentabile con i sensi l’amore di Dio per l’uomo.
Vorrei fare un esempio per capire meglio il concetto appena espresso: quando due persone si amano, per testimoniare il loro amore non solo lo manifestano con le parole: Ti amo, come sei bella, sei la donna della mia vita, come è bello stare con te, cose certamente importanti ma probabilmente basterebbe una telefonata o una lettera o un’e-mail, ma per essere credibili si devono scambiare tenerezze, baci, carezze, hanno necessariamente bisogno del loro corpo per esprimere un amore interiore.
Il loro corpo testimonia i loro sentimenti di amore e fanno sentire l’altro desiderato e amato “e i due saranno una carne sola”. È questo che rende credibile le loro dichiarazioni verbali.
Forse ora iniziamo a capire perché il Verbo (la parola di Dio), per essere credibile ai nostri occhi, si è fatto carne, per testimoniare alla nostra carne l’amore salvifico di Dio nei nostri confronti, tanto che San Basilio afferma che con l’incarnazione: “Dio assume la carne proprio per distruggere la morte in essa nascosta.”
Stupenda e incredibile “kenosis” che Cristo già alla sua nascita opera con l’incarnazione, il Creatore prende il posto della creatura, il giudice di questo mondo fa la parte di un nuovo Adamo, si fa piccolo per noi e Maria lo porta nel suo grembo (nella sua carne) a immagine che anche noi abbiamo la possibilità di portarlo nella nostra.

LA TESTIMONIANZA

Addentrandoci in questa riflessione capiamo come sta diventando importante la nostra carne al fine della testimonianza. Forse stiamo superando il pensiero che abbiamo della nostra carne, ossia che di solito ad essa attribuiamo la causa dei nostri peccati, per considerarla, se redenta, proprio lo strumento visibile che può testimoniare l’amore di Dio in modo credibile.
Quanti martiri hanno testimoniato con la loro carne la presenza di Cristo in loro!
Un esempio per tutti tratto dagli Atti dei Martiri Felicita e Perpetua: “Felicita fu sorpresa dalle doglie; e poiché, stentando, dolorava nel parto, per la naturale difficoltà dell’ottavo mese, uno dei soldati sorveglianti del carcere le disse: ‘O tu che ora patisci tanto strazio, che farai quando verrai gettata in pasto a quelle belve che disprezzasti rifiutando di sacrificare?’ E quella rispose: ‘Ora sono io che devo sopportare questi strazi; invece vi sarà dentro di me un Altro, il quale patirà per me, perché anch’io mi dispongo a patire per lui’” (Atti dei Martiri).
Vediamo come la carne e il sangue di Felicita rendono credibile la sua fede in Cristo non solo per i cristiani presenti ma anche per i suoi persecutori.
Cristo sulla croce testimonia con tutta la sua mente (corona di spine), con tutto il suo cuore (lancia nel costato), con tutte le sue forze (chiodi nelle mani e nei piedi), quindi con tutta la sua carne, cioè con tutta la sua essenza di uomo e questo è fondamentale per la nostra fede, se si fosse presentato come un puro spirito o come un angelo avrebbe potuto essere credibile ai nostri sensi?
Per rispondere a questa domanda forse i Vangeli possono aiutarci.
“I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: ‘È un fantasma’ e si misero a gridare dalla paura” (Matteo 14,26).
Poi quando appare agli apostoli una volta risorto: “Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma” (Luca 24,37).
Agli apostoli increduli occorre vedere con i propri occhi e come non bastasse affinché pensassero che non fosse un fantasma, toccare con la loro carne la Sua carne per credere!
“Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho” (Luca 24,39).
La stessa carne di Cristo testimonia la resurrezione, sarebbe servito a poco se fosse risorto solo lo spirito, non si sarebbe visto e toccato nulla, forse i discepoli non avrebbero creduto.
Ma Cristo risorgendo con la propria carne dà una fortissima testimonianza della resurrezione dei morti tanto che i discepoli, vedendo questo fatto, non si nascondono più ma vanno in tutto il modo ad annunciare la Buona Notizia cioè che uno è uscito dalla morte, perciò la morte è vinta; credono tanto nella Risurrezione di Cristo che per questa daranno la loro stessa carne, la loro stessa vita.
La carne diventa quindi testimone credibile della potenza dello Spirito Santo.
La carne è il mezzo dello spirito di manifestarsi nel mondo annunciando una appartenenza a Dio o viceversa una appartenenza al mondo (prostituzione).




LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

In questa società così attenta alla carne, penso che prediche o sermoni servano a ben poco, le Nazioni desiderano vedere degli uomini in carne e ossa che testimoniano l’esistenza di Dio nei fatti e con i fatti.
La Nuova Evangelizzazione a mio avviso dovrà necessariamente utilizzare il corpo cioè quello che diventa credibile perché è possibile percepire con i sensi che dentro a quei cristiani esiste l’amore di Cristo risorto.
“E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio” (Giovanni 1,34). “Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate” (Giovanni 19,35).
Le famiglie, in particolare quelle numerose, sono chiamate a questa testimonianza per mezzo e assieme ai figli che Dio ci ha donato, senza compromessi e compromissioni, con gratuità, al fine che la gente, vedendo queste famiglie come dono, possano dire “non hanno chiesto nulla ma si sono spesi gratuitamente, loro e i loro figli, sono credibili”.
Purtroppo assistiamo “all’uso” dei figli per chiedere sconti e agevolazioni, dimenticandoci che sono primariamente dono di Dio diventando loro stessi dono o, detto in altro modo, un vero capitale sociale, vero perché donato gratuitamente.
Le Nazioni hanno bisogno di vedere delle persone che credono in Dio e lo testimoniano con il loro corpo e con quello dei figli donati dal Signore.
Definire questo modo di evangelizzare nuovo non è strettamente corretto visto che è sempre stato praticato dalla Chiesa, ma è nuovo perché viene ripreso dopo che da molti secoli non si era più visto !
Per questi motivi la nostra associazione ha dato la propria disponibilità di collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione presieduto da S.E. Mons. Rino Fisichella.

Il Presidenti FNC
Gianni e Cristina Archetti



05 February, 2012

Convocazione Assemblea Nazionale FNC e rinnovo Consiglio Direttivo
di - FNC


05 Febbraio 2012

Oggetto: Convocazione Assemblea Nazionale FNC e rinnovo Consiglio Direttivo

Con la presente comunicazione è indetta l’ assemblea dei soci per il 24/03/12 alle ore 01.00 in prima convocazione e alle ore 11.00 del 25/03/12 in seconda convocazione presso la parrocchia della Beata Vergine Addolorata in Piazza Esquilino a Milano con il seguente ordine del giorno:

Programma:
Celebrazione Eucaristica ore 11.15
Ore 12.30 Pranzo in pizzeria o “pizzata” presso la Parrocchia ospitante
Ore 14.00 Saluto ai partecipanti
Ore 14.30 Relazione del Presidente sulle attività svolte nel 2011
Approvazione Bilancio Consuntivo 2011 e preventivo 2012
Dibattito plenario
Elezioni per il rinnovo del Consiglio Direttivo
Proclamazione degli eletti e presentazione del programma 2012

Ore 16.30 chiusura dei lavori.

Gianni e Cristina Archetti
Presidente FNC



19 November, 2011

Comunicato Famiglie Numerose Cattoliche
di - FNC


La nascita del governo Berlusconi fu accompagnata da grandi polemiche perché il tema cruciale della famiglia era stato affidato al sottosegretario alla presidenza del consiglio Sen. Carlo Giovanardi anzichè a un dicastero autonomo.
Tuttavia in questi giorni di presentazione alle Camere del Governo Monti, le politiche familiari sono completamente scomparse dall’agenda del nuovo esecutivo. Sono state infatti sostituite da vaghi accenni a politiche volte a favorire "singoli individui" (giovani e donne).
Come Famiglie Numerose Cattoliche siamo fortemente perplessi di fronte a questo approccio regressivo che è da considerarsi un vero e proprio snaturamento del Piano Nazionale della Famiglia. Quest'ultimo aveva infatti visto la luce nella Conferenza Nazionale per la Famiglia di Milano (Ottobre 2010), ed era ormai in dirittura di arrivo dopo due anni di lavoro e concertazione con tutto il mondo dell’associazionismo familiare.
La scelta di favorire i singoli anzichè la famiglia è gravemente miope e non può essere certamente sfuggito a un così autorevole e preparato governo. Resta perciò il preoccupante dubbio che dietro alla scelta dell'esecutivo si nascondano precise volontà espresse dalle solite lobby contro i valori non negoziabili (vita e la famiglia).

Gianni e Cristina Archetti
Presidenti FNC




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