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09 May, 2013

Relazione Assemblea dei Soci 2013
di - FNC


La mia relazione per l’assemblea dei soci, come nei precedenti sei anni, prende spunto dal tema proposto dal Santo Padre per quest’anno “Anno della fede”.
Come si evince già dal titolo, trattasi di un tema di fondamentale importanza per tutti, in particolare per le nostre famiglie che si dichiarano cattoliche, che desiderano porre Cristo e la fede in Lui come fondamento della propria vita e quella dei propri figli.
Il Santo Padre sembra abbia voluto entrare nel cuore dell’essere cristiano, portando l’uomo ad interrogarsi profondamente su cosa vuol dire avere fede.
E’ vero che oggi siamo alle prese con ben altre difficoltà: la situazione politica italiana paralizzata, la realtà di povertà delle famiglie, il contesto mondiale con una forte crisi economica; tutto questo induce le famiglie a preoccuparsi delle problematiche relative al “pane” dimenticando talvolta le cose spirituali.

Il combattimento del cristiano espresso in Matteo 6,24: “Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona”, viene vissuto ogni giorno nella nostra vita. Ogni giorno combattiamo con questa scelta tra Dio o Mammona, acuito quando ci viene a mancare il pane e quando la situazione economica familiare diventa precaria.
Anche Gesù viene tentato dal demonio nel deserto dopo quaranta giorni di digiuno e la prima tentazione è relativa al pane: “Dì che questi sassi diventino pane” che vuole praticamente dire “non vedi che stai morendo di fame, ribellati non accettare questa storia”. Ma egli risponde: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» dando così un primato alla parola di Dio e alla spiritualità. (vedi anche Marta e Maria).


La nostra associazione ritiene che il superamento di questa crisi economica potrà avvenire se verranno sconfitti i vari egoismi sociali, cambiando una mentalità egoista per giungere a un’esperienza di condivisione e di generosità. Solo una priorità spirituale potrà vincere un egoismo relativo al pane: l’egoismo non si vince con la politica ma con l’amore.
Compito primario di FNC è di testimoniare questo amore e non rivendicare un diritto sociale.
Credo che il compito della Chiesa in futuro non dovrà essere rivolto in particolare al “pane” ma sempre di più allo spirito. La Chiesa non è fatta per sfamare le genti o fare “politica” ma per annunciare il vangelo, la buona notizia, cioè portare alla fede le genti perché possano scoprire Cristo che salva e non Cristo che sazia il ventre.
Cristo stesso dice a chi lo seguiva:
Giov. 6,26: Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”. Questa non è la fede ! (anche se Dio si serve per la nostra salvezza anche
della nostra fame umana).
Il notevole sforzo della Chiesa per sfamare le genti è per rendere credibile il messaggio di amore che essa porta in sé. Non si può parlare di Dio e poi non aiutare le persone che soffrono, che testimonianza sarebbe, ma nel contempo che non si deve dimenticare che la sua missione non è sociale ma spirituale.

Un’altra cosa che ci ha fatto particolarmente piacere è la scelta del logo che la Chiesa ha utilizzato come simbolo per l’anno della fede: una barca che naviga in acque impetuose che definirei di morte, l’albero maestro è una croce e come vela il pane eucaristico (quasi identico al nostro logo fatto nel 2007!).

LA FEDE

Come scritto in precedenza, il tema che il Santo Padre ci ha donato è certamente tra i più difficili; parlare della Fede è come parlare dell’amore. Sono parole difficili da spiegare, parole che non si possono comprendere con ragionamenti; saremmo costretti a fare molta filosofia e teologia che all’uomo moderno interessano relativamente, se non per accrescere la sua cultura, ma non sposterebbe di un millimetro la sua vita.
La fede non è un salto nel buio (Pascal) ma un percorso che uno fa con la propria storia e che, se illuminato da Dio, porterà a “vedere” un Dio Padre che opera in noi.
Con questa relazione vorrei evidenziare ai soci FNC come è fondamentale per le persone che non hanno fede o che l’hanno “persa” incontrare delle famiglie che, pur con mille difficoltà (non mi riferisco a quelle economiche), credono che Dio li ama e con la loro vita diventano testimoni credibili.
L’unica cosa che veramente cambierà il nostro egoismo sarà solamente incontrare nella nostra storia il suo Amore.
Ci auguriamo che anche i gentili si domandino se c’è la possibilità di passare alla fede e una volta ricevuta, si può trasmetterla e in che modo?
Per giungere alla fede abbiano bisogno in primo luogo di testimoni che hanno incontrato nella loro vita Gesù cioè dei testimoni credibili come gli apostoli che hanno vissuto con Lui, che l’hanno anche tradito, ma poi hanno sperimentato il Suo amore nel perdono. Quando Gesù appare nel cenacolo, non li accusa per averlo abbandonato ma afferma “Pace a voi”, dona loro lo Spirito Santo, addirittura un regalo e non un castigo come secondo noi avrebbero meritato.
Gli apostoli hanno visto nella loro vita che Cristo è risorto, è veramente risorto senza se e senza ma. Questo fatto dà loro una forza tanto grande da donare la vita per Lui, non hanno riserve ma sono sicuri, hanno fede in Lui. La fede non va a “chili”: o c’è o non c’è. E’ vero che spesso si può dubitare, come S. Tommaso, ma Cristo fugherà presto questa incredulità e farà diventare un credente testimone della sua resurrezione.

Come è possibile venire alla fede e diventare credenti?


Il Kerigma

Negli Atti degli Apostoli si vede come il Kerigma ha questo potere: S. Pietro annuncia il Vangelo (la buona notizia) perché la gente che ascolta possa “venire alla Fede”.
Nella lettera ai Romani, S. Paolo afferma: “La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo”.
La fede quindi si trasmette con il kerigma ma non solo, anche con la fede degli apostoli. Come si potrebbe trasmettere infatti una cosa che non si ha?
La fede è innanzitutto un dono di Dio, una cosa preziosa che portiamo come vasi di creta dentro di noi. (Efesini “Per questa grazia infatti siete salvi mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio”.)

Per ricevere la Fede alcune volte abbiamo bisogno di “vedere miracoli” nella nostra vita cioè vedere che questo annuncio ha provocato qualche cambiamento in noi: magari prima non volevi avere figli se non forse uno, oggi invece ne hai cinque, oppure ti trovi a diventare un missionario in Cina, ami tua moglie che non amavi più, ecc.
Cosi come è riportato spesso nel vangelo di Luca, Gesù fa miracoli per guarire i lebbrosi o ammalati ma soprattutto per confermare la sua predicazione, per dirla con altre parole far capire che è la fede in Lui che salva.

Luca 17:19 «Alzati e va: la tua fede ti ha salvato!».
Luca 8:48 Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, va in pace!».
Luca 8:50 Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata».
Luca 18:42 E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato».

ABRAMO PADRE DELLA FEDE
Per poter parlare della fede, bisogna conoscere la vita di Abramo.
Abramo era un politeista ed era infelice perché non aveva figli e una terra dove essere sepolto.
Allora sente un “Kerigma” cioè una buona notizia per lui: c’è un Dio che gli promette che gli darà un figlio e la terra.
Abramo non sa ancora che questa è una prima chiamata alla “fede”; Dio si serve di un vecchio e di una sterile per iniziare la storia della salvezza per tutti noi.
Abramo esce da Ur per iniziare un cammino, anche se non conosce neppure dove Dio lo condurrà (monte Moria – seconda chiamata - Fede adulta). Questo è un inizio per imparare a fidarsi a Dio, un allenamento a volte duro e pieno di ostacoli. Quanti dubbi vengono ad Abramo fino a chiedere a Dio una garanzia, una sicurezza che avrà il figlio e la terra.
Dio accetta e fa un patto con Abramo. Secondo l'uso dell'epoca i contraenti preparavano un banchetto con degli animali divisi in due parti, passavano tra le due metà degli animali e dicevano: che così mi succeda se rompo il contratto. E poi ciascuno mangiava la sua parte. Così Dio comanda ad Abramo di preparare gli animali divisi in due. Dio stesso al tramonto passa in forma di colonna di fuoco consumando gli animali divisi ma non lascia passare Abramo. Abramo non deve mettere niente da parte sua: è solo Dio quello che passa in mezzo. Dio non esige nulla da Abramo, ma promette di dargli quello che ha sempre desiderato. L'alleanza è basata su Dio, non su Abramo.

Successivamente Abramo pensa che il figlio che Dio gli ha promesso forse potesse essere concepito con la schiava di sua moglie, come tradizione di quell’epoca. La legge di quell’epoca dichiarava che il figlio della schiava dato alla luce sulle ginocchia della sua padrona diventasse figlio della stessa. Abramo si comporta così ed ha un figlio da Agar che chiama Ismaele.
Allora la vita gli diventa un inferno in quanto la schiava si cambia in signora perché si crede la più importante.
Abramo, in questo fatto, sperimenta che non è con la sua ragione né pensando per conto suo che si compiranno le promesse. Dio torna ad apparire e gli dice che non sarà Ismaele il figlio della promessa, ma un figlio che nascerà da sua moglie sterile, da Sara.

Poi Abramo scende in Egitto per la fame e fa le cose per conto suo, senza tener conto di Dio: mente al faraone e dice che sua moglie è sua sorella perché non lo uccidano. Da quel momento tutto va male. Abramo deve imparare, camminando, a credere in Dio.

Abramo diventa l'amico di Dio. Prima di distruggere Sodoma e Gomorra, Dio visita Abramo in forma di tre uomini. Abramo riconosce in essi Dio e li obbliga a fermarsi perché si riposino, si lavino: chiede loro di non passare senza fermarsi, perché non per caso sono passati quel giorno davanti a lui. Abramo contratta con Dio la sorte di queste città. Non fu trovato in esse alcun giusto. Questi uomini gli promettono che prima di un anno avrà un figlio. In effetti Sara, sua moglie sterile, ha un figlio che viene chiamato Isacco che significa "risa" perché in quel giorno Abramo rideva del fatto che a novanta anni avesse avuto un figlio da sua moglie sterile.
Dopo alcuni anni, Dio gli comanda di prendere suo figlio e di sacrificarlo sul monte Moria. Abramo sale dicendo: Dio provvederà. Già sapete i fatti: quando sta per ammazzarlo, un angelo di Dio glielo impedisce e Dio provvede con un ariete impigliato in un cespuglio, per il sacrificio.

Abramo si stabilisce in Canaan e muore sazio di anni e di felicità.

Questa è brevemente la storia di Abramo che termina sul monte Moria (seconda chiamata alla fede adulta) dove pienamente si vede la sua fede. La fede di Abramo è tanto grande che, nonostante Dio gli abbia chiesto di sacrificare suo figlio cioè di fare l’esatto contrario della promessa inizialmente fatta (ti darò un figlio), obbedisce salendo con suo figlio sul monte.

Questa è la Fede!

Abramo credette “contro ogni speranza”: era sicuro che Dio gli avrebbe ridato in qualche modo Isacco. Ha imparato, dopo un percorso difficile della sua vita, a fidarsi di Dio sperimentando che Dio non è un mostro ma lo ama e non perché gli dona un figlio ma perché, grazie alla sua storia, passa da una religiosità naturale alla fede in Dio. Abramo è chiamato come esempio per tutti noi alla scoperta di un Dio Padre che sul monte della nostra vita provvede.

Così le famiglie aperte alla vita testimoniano, come Abramo, la loro fede in Dio fidandosi di Lui e non chiudendosi alla vita, certi che sul monte Dio provvederà per noi con un agnello, Gesù Cristo.

Milano 21/04/13

Il Presidente
Gianni e Cristina

21 March, 2013

Convocazione Assemblea Nazionale FNC
di - FNC


Con la presente comunicazione è indetta l’ assemblea dei soci per il 20/04/13 alle ore 01.00 in prima convocazione e alle ore 11.00 del 21/04/13 in seconda convocazione presso la parrocchia della Beata Vergine Addolorata in Piazza Esquilino a Milano con il seguente ordine del giorno:


Programma:

Celebrazione Eucaristica ore 11.15

Ore 12.30 Pranzo in pizzeria o “pizzata” presso la Parrocchia ospitante

Ore 14.00 Saluto ai partecipanti

Ore 14.30 Relazione del Presidente sulle attività svolte nel 2012
Approvazione Bilancio Consuntivo 2012 e preventivo 2013


Ore 16.30 chiusura dei lavori.




Gianni e Cristina Archetti
Presidente FNC



14 January, 2013

Politiche 2013
di - FNC


Avendo appreso dalla stampa che il presidente dell'ANFN è stato candidato nella Lista Monti alle elezioni politiche che si svolgeranno a breve, ci congratuliamo per l'obiettivo raggiunto e gli rivolgiamo un cordiale augurio di buon lavoro.




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